Armando
Adolgiso
“Sette
coccodrilli”
2018
Recensione di Alfonso Lentini
"Le
lacrime sono meno impegnative della risata, si muore dal ridere, mai
dal piangere", scrive Armando Adolgiso; e con questa
consapevolezza pubblica "Sette coccodrilli", un breve ma
assai pungente volumetto (in ebook liberamente scaricabile online)
dove l'ironia e il sarcasmo sono i principali ingredienti di
un’intelligentissima operazione comico/concettuale che ricorda
molto da vicino quella, altrettanto concettuale, di Emilio Isgrò,
quando in varie mostre e pubblicazioni gioca con il problema
dell'identità dichiarando di "non essere Emilio Isgrò" (e
aggiungendo testimonianze in tal senso di altri fantomatici
personaggi). Quella di Isgrò è a suo modo una forma di
autobiografia, ma al negativo, ottenuta attraverso cancellazioni
idealmente simili a quelle dei suoi celebri libri oggetto. Anche
quella di Adolgiso potrebbe rientrare, sia pure paradossalmente, nel
genere delle “autobiografie mendaci”. Infatti Adolgiso, stando
alla lettera, non fa che parlare di sé. Ma se di autobiografia
possiamo parlare, dobbiamo intenderla in senso antifrastico, in
quanto qui il gioco, davvero geniale, consiste nella messa in scena
di sette improbabili (eppure, paradossalmente, probabilissimi)
"coccodrilli" (cioè articoli commemorativi pubblicati dopo
la morte di un noto personaggio) che l'Autore immagina possano essere
stati scritti dopo la sua dipartita e dunque, per così dire,
“apocrifi”. Solo che ogni "coccodrillo" mostra un punto
di vista straniante o stranito, attraverso cui Adolgiso svela
l'ipocrisia, la retorica, la rozzezza intellettuale, la vacuità di
certe tipologie umane (e di conseguenza anche di scrittura). I
presunti autori dei "coccodrilli" sono: L'astioso,
L'egotista, Il filosofo, L'irregolare, La modaiola, La poetessa, La
scalognatrice. E sono questi esponenti di un sottobosco
culturale duro a morire che prendono la parola stravolgendo dati e
verità, proponendo un’immagine grottesca e caricaturale del
personaggio di cui fingono di voler tessere le lodi, ma
sostanzialmente mettendo in ridicolo solo se stessi.
Dunque,
mentre l'Autore si camuffa fingendo che a scrivere siano altri, il
mascheramento si fonde con lo smascheramento. E il volumetto assume
il valore di un vero e proprio pamphlet
che, se ha un difetto, è di essere troppo breve, limitando soltanto
a sette “coccodrilli” il complice divertimento del lettore che
avrebbe potuto prolungarsi ben oltre. Ma perché solo sette? “Perché
tante sono le lettere che compongono il mio nome:
armando”, risponde prontamente l’Autore.
Sorpresa
finale: quella di Adolgiso si rivela un’operazione quasi
“balestriniaina”, se è vero che Nanni Balestrini è l’unico
scrittore del pianeta a non aver mai scritto una sola parola di suo
pugno, essendo tutta la sua opera (romanzi compresi) composta di
collage, cioè frasi prelevate da scritti altrui. Così infatti, con
furbastro candore, dichiara l’Autore nella prefazione al suo libro:
“La
maggior parte delle parole che seguiranno nelle prossime pagine,
com’è nel mio stile, non le ho scritte io, molte sono frutto del
montaggio operato fra luttuosi brani, da me collezionati nel tempo,
apparsi su quotidiani e periodici; articoli di firme famose, meno
famose, e pure pezzi redazionali anonimi”. Nulla di inventato,
dunque. Così va il mondo, miei signori!
Nessun commento:
Posta un commento