Oltre al sonno e alla concentrazione ci sono anche altre cose che non sono state dette a nessuno.
Giornate intere che scompaiono, e brevi attimi che diventano un’eternità.

(Peter Høeg)

domenica 17 maggio 2009

Per il bene di Tutti/Pour le bien de tous - edizione bilingue


È uscita in Francia, un'edizione bilingue (francese e italiano) per i tipi delle Presses Universitaires du Mirail (PUM) «PER IL BENE DI TUTTI» testo teatrale di Francesco Randazzo (Premio Candoni 1996). L'edizione è curata da Antonella Capra e Evelyne Donnarel (Universitè Tolouse II - Le Mirail), la traduzione in francese è di Laura Brignon.

Persone normali, in un normale paesino di provincia, una provincia al confine. Dall’altra parte gli altri: pericolosi per definizione. Uomini anche loro, come gli abitanti del paese, ma diversi, stranieri e soprattutto indesiderati. Al di là della religione e dell’umana solidarietà, tutti principi validi in teoria e a distanza di sicurezza, tutti nel paese sono d’accordo.E si organizzano. Formano dei gruppi, una piccola ma motivatissima milizia anti immigrati, ronde notturne a guardia della riva del fiume che fa da confine. Determinati a non fare passare nessuno. Ma uno di loro riuscirà a passare e sarà catturato. Che fare? I paesani sono tutti brave persone, persone normali, come se ne incontrano tutti i giorni, dappertutto: casalinghe, negozianti, medici, impiegati, meccanici, studenti. Tutti i nodi dovranno venire al pettine ed ognuno, al di là dei ruoli normali e per bene delle loro piccole vite protette dagli schermi quotidiani, dovrà rivelare l’aspetto più oscuro, le ragioni vere del loro animo e delle loro azioni, affermando l’assolutezza di un principio sbagliato, con buone, sane ragioni: per proteggersi, per non soccombere, per il bene di tutti.


Presses Universitaires du Mirail (PUM)
Nouvelles Scènes • Italien Dirigé par Antonella CAPRA et Evelyne DONNAREL
Nouveautés - Dernière parution

Per il bene di tutti / Pour le bien de tous
Auteur : Francesco RANDAZZO
Traduit par Laura BRIGNON
N° ISBN : 978-2-8107-0031-8
PRIX : 18 €
Format et nombre de page : 13,5 x 22 cm - 150 p.

Dall'introduzione di Antonella Capra:
Il testo di F. Randazzo ci parla proprio di questo: di un'Italia apparentemente normale, che rivela che il peggio di sé, un'Italia razzista, meschina, mediocre, intrappolata nei suoi cliché e nelle sue abitudini rassicuranti, un'Italia falsamente pietosa che difende valori "morali" pronti per l'uso, mostrando ostentatamente di fronte alle novità, la paura. Una nazione che sente il bisogno di giustificare i propri comportamenti, che cerca l'approvazione della comunità, e, ferita, si rivolta contro coloro che percepisce (sostenuta in questo dalla classe politica) come fonte di tutti i suoi problemi.
Se vuoi leggerla tutta (in francese) clicca qui.


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venerdì 1 maggio 2009

Credo


Ciò in cui credo
di James G. Ballard
(1930-2009)

Credo nel potere che ha l'immaginazione di plasmare il mondo, di liberare la verità dentro di noi, di cacciare la notte, di trascendere la morte, di incantare le autostrade, di propiziarci gli uccelli, di assicurarsi la fiducia dei folli.

Credo nelle mie ossessioni, nella bellezza degli scontri d'auto, nella pace delle foreste sommerse, negli orgasmi delle spiagge deserte, nell'eleganza dei cimiteri di automobili, nel mistero dei parcheggi multipiano, nella poesia degli hotel abbandonati.

Credo nelle rampe in disuso di Wake Island, che puntano verso il Pacifico della nostra immaginazione.

Credo nel fascino misterioso di Margaret Thatcher, nella curva del le sue narici e nella lucentezza del suo labbro inferiore: nella malinconia dei coscritti argentini feriti; nei sorrisi tormentati del personale delle stazioni di rifornimento; nel mio sogno che Margaret Thatcher sia accarezzata da un giovane soldato argentino in un motel dimenticato, sorvegliato da un benzinaio tubercolotico.

Credo nella bellezza di tutte le donne, nella perfidia della loro immaginazione che mi sfiora il cuore; nell'unione dei loro corpi disillusi con le illusorie sbarre cromate dei banconi dei supermarket; nella loro calda tolleranza per le mie perversioni.

Credo nella morte del domani, nell’esaurirsi del tempo, nella nostra ricerca di un tempo nuovo, nei sorrisi di cameriere di autostrada e negli occhi stanchi dei controllori di volo in aeroporti fuori stagione.

Credo negli organi genitali degli uomini e delle donne importanti, nelle posture di Ronald Reagan, di Margaret Thatcher e della principessa Diana, negli odori dolciastri emessi dalle loro labbra mentre fissano le telecamere di tutto il mondo.

Credo nella pazzia, nella verità dell’inesplicabile, nel buon senso delle pietre, nella follia dei fiori, nel morbo conservato per la razza umana dagli astronauti di Apollo.

Credo nel nulla.

Credo in Max Ernst, Delvaux, Dalì, Tiziano, Goya, Leonardo, Vermeer, De Chirico, Magritte, Redon, DÅrer, Tanguy, Facteur Cheval, torri di Watts, Bîcklin, Francis Bacon, e in tutti gli artisti invisibili rinchiusi nei manicomi del pianeta.

Credo nell'impossibilità dell'esistenza, nell'umorismo delle montagne, nell'assurdità dell’elettromagnetismo, nella farsa della geometria, nella crudeltà dell'aritmetica, negli intenti omicidi della logica.

Credo nelle donne adolescenti, nel potere di corruzione della postura delle loro gambe, nella purezza dei loro corpi scompigliati, nelle tracce delle loro pudenda lasciate nei bagni di motel malandati.

Credo nei voli, nell'eleganza del l'ala e nella bellezza di ogni cosa che abbia mai volato, nella pietra lanciata da un bambino che porta via con se la saggezza di statisti e ostetriche.

Credo nella gentilezza del bisturi, nella geometria senza limiti dello schermo cinematografico, nell'universo nascosto nei supermarket, nella solitudine del sole, nella loquacità dei pianeti, nella nostra ripetitività, nell'inesistenza dell'universo e nella noia dell'atomo.

Credo nella luce emessa dai videoregistratori nelle vetrine dei grandi magazzini, nell'intuito messianico delle griglie del radiatore delle automobili esposte, nell'eleganza delle macchie d'olio sulle gondole dei 747 parcheggiati sulle piste catramate dell'aeroporto.

Credo nella non-esistenza del passato, nella morte del futuro, e nelle infinite possibilità del presente.

Credo nello sconvolgimento dei sensi: in Rimbaud, William Burroughs, Huysmans, Genet, Celine, Swift, Defoe, Carroll, Coleridge, Kafka.

Credo nei progettisti delle piramidi, dell'Empire State Building, del FÅrer-bunker di Berlino, delle rampe di lancio di Wake Island.

Credo negli odori corporali della principessa Diana.
Credo nei prossimi cinque minuti.

Credo nella storia dei miei piedi.

Credo nell'emicrania, nella noia dei pomeriggi, nella paura dei calendari,
nella perfidia degli orologi .

Credo nell'ansia, nella psicosi, nella disperazione.
Credo nelle perversioni, nelle infatuazioni per alberi, principesse, primi ministri, stazioni di rifornimento in disuso (più belle del Taj Mahal), nuvole e uccelli.
Credo nella morte delle emozioni e nel trionfo dell'immaginazione.

Credo in Tokyo, Benidorm, La Grande Motte, Wake Island, Eniwetok, Dealey Plaza.
Credo nell'alcoolismo, nelle malattie veneree, nella febbre e nell'esaurimento.

Credo nel dolore.

Credo nella disperazione.

Credo in tutti i bambini.

Credo nelle mappe, nei diagrammi, nei codici, negli scacchi, nei puzzle, negli orari aerei, nelle segnalazioni d'aeroporto.

Credo a tutti i pretesti.

Credo a tutte le ragioni.

Credo a tutte le allucinazioni.

Credo a tutta la rabbia.

Credo a tutte le mitologie, ricordi, bugie, fantasie, evasioni.

Credo nel mistero e nella malinconia di una mano, nella gentilezza degli alberi, nella saggezza della luce.


(Da J.G. Ballard, RE SEARCH ed. italiana, ShaKe edizioni underground)

Bibliografia italiana di J.G. Ballard

Videointervista a J.G. Ballard


Leggi la traduzione dell'intervista, qui.

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