“Nemo contra Deum nisi Deus ipse.”
(Goethe)
L’interrogazione sul cammino dell’esistenza, in questa plaquette poetica, taglia versi acuminati, a volte ironici, a volte disperati, come se attraversassero in orizzontale il tempo minimo del quotidiano e in verticale il tempo ampio della Storia, sulle orme di Aasvero, Cartaphilus, l’eterno errante.
Coreuta sopravvissuto a morte tragedie
hai voluto sentire l'unisono tirato
estensione mirabile dell'urlo dorico
sospensione del tempo in cui pur visse
Tutto è perduto ora Muti i protagonisti
eliminato il mito resti cantore solo
ruminando archetipi insabbiati
Fischi e danzi su franti capitelli
inneggiando imprecazioni merlate di viole
estinte Fioriscono intorno a te pietre
lave fredde che adesso sono larve
Domani
Dormi coreuta o uomo dormi
e sogna il tuo perduto ditirambo
Pallido sogno di reviviscenti
semidei ammalati di hybris
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