Oltre al sonno e alla concentrazione ci sono anche altre cose che non sono state dette a nessuno.
Giornate intere che scompaiono, e brevi attimi che diventano un’eternità.

(Peter Høeg)

giovedì 20 dicembre 2012

Su chiamata


sciabatta h24 panbiscotto latte u.h.t.
ha sballato d’intenzione frequenze digitali
furioso sul remoto funzioni incomprensibili
Ok pigiati random in attesa d’intervento
coccola il decoder Pater noster st’altr’anno
fanno ottanta

giovedì 13 dicembre 2012

Silvio, rimembri ancora



Silvio, rimembri ancora
quel tempo della tua vita immorale,
quando la topa splendea
agli occhi tuoi lubrichi e porcellini,
e tu, lieto e sudato, illimitato
la gioventù assalivi?

Trombavi nelle inquiete
stanze, e le troie d'intorno,
al tuo perpetuo canto,
allor che all'orge femminili intento
ti davi, assai contento
di quel vago venir che in mente avevi.
Era il pelo odoroso: e tu solevi
così menare il ciurlo.

E i corrotti leggiadri
talor lasciando le truccate carte,
ove il tempo lor infimo
e di mazzette si spendea la miglior parte,
d'in su i veroni del papito ostello
porgean i voti al suon della tua voce,
ed alla man veloce
che percorrea la faticosa sega.
Mirava il ciel sereno,
le fighe dorate e gli orchi,
e quinci il viagra da lungi, e quindi la monta.
Lingua mortal suppliva
quel che s'alzava poco.

Che passere soavi,
che speranze, che culi, o Silvio mio!
Quale allor ci apparia
la vita umana e il fato!
Quando sovviemmi di cotanto sperme,
un affetto mi preme
acerbo e sconsolato,
e tornami a doler di tua sventura.
O natura, o natura,
perché non rendi poi
quel che prometti allor? Perché di tanto
inganni i silvi tuoi?

Tu dopo ben venti inariditi verni,
da chiuso Monti combattuto e vinto,
rincoglionivi, o tenerello. E già vedevi
disfatti gli anni tuoi;
non ti molceva il core
la dolce topa or dalle rubizze clito,
or degli sguardi allupati e schifi;
né teco le olgettine ai dì festivi
trastullavan d'amore.

Anche perì e non poco
la speranza tua dolce: agli anni tuoi
anche negaro i fati
la eternitezza. Ahi come,
come passato sei,
caro anfitrione dell'età minore,
lor strapagata speme!
Questo è quel mondo? Questi
i diletti, l'amor, l'orge, le pompe
onde cotanto trombeggiaste insieme?
Questa la sorte d'infoiate genti?
All'apparir del Vero
tu, misero, cadesti: e con la mano
la fredda minchia ed un poter perduto
rimpiangevi di lontano.


(da "Zabaione e Canti" di Giacomo Leopippiè)




mercoledì 5 dicembre 2012

12



rintrona la campana
battuta da chimico batacchio
dodici l’acqua già salata
bolle postevento tutto un dritto
ultracircadiano mixa il viaggio coso lì
meriggio ganja chill

domenica 2 dicembre 2012

Rinascere vorrei e se fosse



Rinascere vorrei e se fosse
essere scontrollato impenitente
fanculista e privo di morale
puttaniere sadico arrivista
Mi voglio divertire senza colpa
e della colpa farne una virtù
E non studiare che m'ingolferei
Lasciar la mente brada belluina
Fottermi il mondo alla pecorina
Straziare tutto e cantarci su
Così perfetto non mi soffrirei
le pene e l'emozioni ch'ora c'ho
Esser bastardo è esser felice
privo d'umanità ricco di tutto
Assatanato avido succhioso
puro vampiro libidassassino
Se rinasco ci provo me lo giuro
e se m'incontro manco mi saluto



 ©francescorandazzo_2012



Comunicare Pizzuto

Antonio Pizzuto è uno degli scrittori più originali del Novecento italiano, sperimentatore apprezzato da Gianfranco Contini in Italia e all'estero da intellettuali e scrittori come Michel Butor. “Comunicare Pizzuto” è un saggio di Salvo Butera che prova ad analizzare il "sistema comunicazione" dello scrittore, evidenziando come egli abbia operato una rivoluzione nei vari aspetti della forma particolare di comunicazione che è il testo letterario. Una scrittura, quella pizzutiana, fortemente multimediale che in certi casi (sebbene lo scrittore sia scomparso nel 1976) sembra presagire l'avvento del web e dei social network: lo si evince dal modo in cui Pizzuto coinvolge il lettore definendolo “coautore” del testo, ma anche dalla forma ipertestuale che hanno i suoi scritti, capaci sia di richiamare altri testi letterari che altre forme d’arte. Il tutto permeato da una musica intrinseca alla scrittura tanto che Butera prova a effettuare un parallelismo (neanche troppo azzardato) tra Pizzuto e compositori come Stravinskij e Schönberg. Una chiave di lettura originale per avvicinarsi a questo scrittore diverso da tutti gli altri. Il saggio si può leggere in formato ebook su Amazon.it.