Oltre al sonno e alla concentrazione ci sono anche altre cose che non sono state dette a nessuno.
Giornate intere che scompaiono, e brevi attimi che diventano un’eternità.

(Peter Høeg)

domenica 31 gennaio 2010

SALINGER

Ho sempre pensato di aver letto "Il giovane Holden" troppo tardi; che ventidue anni non fosse l’ età giusta. La prima volta che l’ ho riletto erano passati solo pochi mesi, ma quando lo lessi finalmente in originale fu una cosa nuova, la mia vera prima volta. ”Hey, listen.You know those ducks in the lagoon right near Central Park south?By any chance, do you happen to know where they go, the ducks,when it gets all frozen over?”...In inglese faceva tutt’un altro effetto e quella volta, anche se avevo già venticinque anni, pensai che non era più troppo tardi. Quella lettura, infatti, mi riportò all’ età giusta. Credo che sia questa capacità di farti sentire un "coetaneo", un complice, un confidente, un conterraneo, uno dei misteri leonardeschi di Salinger. Anche quello che non ci dice, ci sembra che non ce lo scriva solo perché non lo sappiano gli altri, ma che ce lo stia, in qualche modo,sussurrando.Chi è il più grande poeta del secolo, il tedesco di cui si parla in "Bananafish"? Cosa succederà a Franny dopo il suo collasso e a Holden finalmente uscito dalla clinica? Per quali ragioni Seymour si spara? Come succede a volte nella vera poesia, anche in Salinger il non detto viene in qualche modo detto,ma in codice, come se fosse un segreto, piano, in maniera che non lo sentano gli altri, quelli distratti dal traffico…. So che in questi giorni alcuni giornalisti stanno interrogando, un vero e proprio terzo grado, il guardiano di Central Park South, di quel piccolo lago, per chiedergli dove cazzo vanno le papere quando ghiaccia? Già, dove vanno? C’è anche chi si sta chiedendo dove vanno gli scrittori quando scompaiono. A me sembrano domande senza senso. Le papere e i veri scrittori non vanno proprio da nessuna parte. Nemmeno quando si nascondono. Rimangono qui, continuando a catturare, nel modo più invisibile possibile, tutti quelli che si sono persi e non sono più coetanei di se stessi.

sabato 30 gennaio 2010

ARCENCIEL MONDO


Progetto ARCENCIEL MONDO a cura di Regina Franceschini Mutini, Ivana Conte, Paola Bacchetti. Continuano gli incontri tra pittura, letteratura, teatro alla libreria-caffè RINASCITA a Roma in Via P.Alpino, 48 (metro Garbatella).
Sabato 20 febbraio dalle ore 18,00 interverranno l'artista francese, pittore e scultore, SERGE UBERTI con una installazione dal titolo "Albero rituale" elementi di una storia, e l'attrice Cristina Baruffi.

ANIMALI LETTERARI

UNA MOSCA RONZA

Oggi riposo
il diario resta vuoto
tutto il giorno gioco
a respirare senza uno scopo
e a pensare al dopo
Una mosca ronza
nessun altro animale
né un Leone né una Lupa né una Lonza
mi impedisce il cammino
Ma oggi voglio essere zoppo
e regolare il mio passo al minimo
Voglio essere morto a modo mio


ANIMALI LETTERARI

Ecco la capra dal viso semita
il caro passero solitario
il pio bove pieno di corna
e la cavallina storna
Amo i safari letterari
e gli animali capaci
di suscitare canti
Mi piace gettare il mangime
e aiutarli a sopravvivere
Ce li ho ancora tutti qua nella memoria
e dentro di me non andranno mai persi
Vorrei sentire nei miei
l' eco dei loro versi


Simone Consorti

mercoledì 27 gennaio 2010

Flu











Flu

Disfatti i fatti infatti
i ratti quatti quatti
con esatti atti coatti
fanno matti i patti
attimi plurimi sublimi
marittimi e minimi
esanimi sashimi d'animi

E tremo come corpo egro trema

© Francesco Randazzo - 2010

martedì 26 gennaio 2010

Jim Bean sulla tomba di un'antica zoccola greca









Jim Bean sulla tomba di un'antica zoccola greca

Lepida lapide pulita
fiocchi di vita in polvere
Cenerentola cena cinese
scarpetta nel piatto sporco
Ciccia che inciccia il cazzo
cane pazzo cane pazzo
Quaranta di piede seduta
sdraiata a piedi quaranta
La gallina cantava ora non più

Miserere miserabile

Esci escort escoriata
Se Clito ride Troia non piange
Odi Melisso quanto sei fesso
attassato tartassato tartaro
Ematocritosi osi ma tu crei
ehi ahi ehi ahi uh zulù su!


Miserere miserabile

Eri piccola così
ma lo prendevi tutto
restava ancora spazio
ora non sei un cazzo
e prima ancor di più

Miserere miserabile

Morta nella memoria
fisicamente intatta
garrula festula fistola
mai più mai più mai più

Miserere miserabile
senza amen né requiem

© Francesco Randazzo - 2010

lunedì 25 gennaio 2010

Ora ah













Ora ah

Nostalgia
algìa del nostòs
tutti quelli che
per il tanto e il poco
che fummo
e mai fummo
uhm uhm
che fumiamo
vite aspirandole
marca Fenice
ma senza il belcanto
né resurrezione
nel presente stonato
incapaci d'arrenderci
ostentando ostensori
di soli gialli ritagliati
nel cartone colorato.

Nevralgia dell'esserci.

E indietro non si torna.

Buttiamoci tedeschitedeschi
nella Sensucht
ch'è meglio e suona figo
malati che siamo
del doloroso bramare
bramendo bradipi
brumosi ed irti.

Habe nun ach!

© Francesco Randazzo - 2010


DISAMORE VERSO IL MARE

DISAMORE VERSO IL MARE

I
Con o senza sdraio colorate
mi piazzo davanti al mare
in attesa che succeda
qualcosa di immane
Il mare ha una magica fama
e i romanzi ambientati in acqua
hanno sempre una gran trama
Eppure(a parte qualche onda)
niente di notevole va in onda
Monotonie ripetizioni
nessun evento
nessun accadimento
In fondo è un po' di acqua in un gran secchio
Tra l' altro è poco nitido
perfino come specchio


II
Tanta ammirazione
il mare la ricambia
portandomi spuma biancastra
bottiglie di plastica
e lamette da barba
La mia venerazione
la mia costanza il mio amore
meritavano sorte migliore
Sono anni che lo ammiro
stroppicciandomi le ciglia
e mai che mi ha portato
un messaggio dentro una bottiglia


Simone Consorti

150STRADE - V CONCORSO PER RACCONTI BREVI ANNO 2010

Riceviamo e segnaliamo:


150STRADE

V CONCORSO PER RACCONTI BREVI ANNO 2010

TEMA: LIMES (Confini)

tra etnie, sesso, generazioni e nazionalità diverse; tra naturale e sovrannaturale, religione, superstizione, magia … ed altro.

Cari autori,

anche quest’anno parte il concorso 150strade per racconti brevi che avrà il consueto iter procedurale; tra gennaio e giugno avete tempo per inviare un racconto di max 4 cartelle ad uno degli indirizzi del club 150strade:

- info@150strade.org

- concorso@150strade.org

- 150strade@fastwebnet.it

Come sempre i migliori 50 racconti faranno parte di un’antologia che sarà donata agli autori prescelti dalla giuria e a fine estate 2010, in una apposita manifestazione con la partecipazione di attori e musicisti, si terrà la premiazione dei primi 5 classificati.

Tra i vari temi esaminati è stato scelto quello proposto dalla presidente della giuria del concorso appena concluso, che ci è parso accattivante e di sicuro interesse anche per la sua grande attualità.


Visualizza il bando completo: clicca qui.

giovedì 21 gennaio 2010

I LIBRAI SI SONO ESTINTI


Microcomica patetica.

Ambientazione: Feltrinellistore, Roma, ai giorni nostri.

Personaggi:
Cliente
Commesso










Cliente
(al commesso che sguscia tra gli scaffali cercando di non fare niente, fingendo di fare chissà che) - Buongiorno, scusi, posso chiederle un'informazione?

Commesso
(rassegnato) - Prego.

Cliente - Sto cercando "2666".

Commesso - Come?

Cliente - "2666".

Commesso - E che è, un libro?

Cliente - Eh, sì.

Commesso
(con faccia sospettosa) - Vediamo.

Il commesso va al bancone del Computer Sibilla, senza il quale è perduto.

Commesso - Come ha detto che si chiama?

Cliente - "2-6-6-6", duemilaseicentosessantasei.
(pensa anche, con acido rigurgito mentale: "S'intitola così, s'intitola, i libri non si chiamano, hanno un titolo, perciò «s'intitolano»", ma non dice nient'altro e aspetta paziente che l'oracolo sentenzi)


Il commesso digita con dito scettico.

Commesso - Ah, sì... di Volano, no, Bolano.

Cliente - Sì, Bolaño, Roberto Bola
gno.

Commesso - Sì, ci sta.

Il commesso fa tre passi indietro, tornando al punto in cui si erano incontrati e da una pila alta un metro e mezzo, che stava dietro di lui, e che copriva mentre fingeva d'aggiustare l'ordine di oggetti a lui totalmente estranei: dunque per questo il cliente non aveva visto che il libro che cercava stava proprio là dietro.

Commesso
(sollevando il tomo da due chili con evidente disgusto come se maneggiasse robaccia pornografica con un titolo da numero di posizione per zozzerie estreme; lanciando uno sguardo di disprezzo al cliente) - Ecco.

Cliente - Grazie. Addio.

Commesso - ...
(bofonchia e se ne va, mimetizzandosi istantaneamente con la moquette per schivare il cliente successivo che si avvicina minacciosamente.)

Il cliente tenendo ben stretto il libro, si avvia alle casse. Paga. Esce.

Cliente
(sollevando il libro, gli sussurra) - Io so chi sei, non ti preoccupare, sei salvo.



Cala la tela.


_________________________________




nota sul misterioso oggetto:
http://www.time.com/time/arts/article/0,8599,1857951,00.html

lunedì 18 gennaio 2010

Per Gianfranco Contini

COLLEGIO GHISLIERI
PAVIA

UNIVERSITÀ DI PAVIA
DIPARTIMENTO DI SCIENZA DELLA LETTERATURA E DELL’ARTE MEDIEVALE E MODERNA


CONTINI E LA CULTURA CONTEMPORANEA
Giornata di studi in ricordo di Gianfranco Contini


Giovedì 4 febbraio 2010



ore 9.30 Presiede: CARLA RICCARDI
Saluto del Rettore del Collegio Ghislieri ANDREA BELVEDERE
Presentazione del volume GIANFRANCO CONTINI - CARLO EMILIO GADDA, Carteggio 1934-1963. Con 62 lettere inedite, a cura di Dante Isella, Gianfranco Contini, Giulio Ungarelli (Garzanti 2009)
Intervengono: PIERO GELLI (Milano) e GUIDO LUCCHINI (Pavia)

ore 10.30 CLAUDIO CIOCIOLA (Pisa), Frammenti di filologia: carteggio Contini-De Luca

ore 11.15 Proiezione del video Ritratto di Gianfranco Contini, di Enrico Lombardi, prodotto dalla RSI per la puntata di “Nautilus” dell’11.2.1990

ore 11.30 DOMENICO DE MARTINO (Firenze), Travasi segreti e personali: sguardi sulla corrispondenza Contini-Russo

ore 12.00 GUALBERTO ALVINO (Roma), "Verrei in tassì a catturarti". Il carteggio Contini-Pizzuto

ore 12.30 ALDO MASTROPASQUA (Roma), Gianfranco Contini ed Enrico Falqui: storia di un’amicizia epistolare


ore 14.30 Presiede: CLELIA MARTIGNONI
MAURO MORETTI (Siena), Carteggio Contini-Capitini

ore 15.00 FRANCO CONTORBIA (Genova), Carteggio Contini-Montale

ore 15.30 DOMENICO SCARPA (Pisa), Cultura e Azione. Prima lettura dell’epistolario Gianfranco Contini-Guglielmo Alberti

ore 16.00 Contini e la cultura contemporanea. Intervengono: CARLO CARENA (Milano), MARIA ANTONIETTA GRIGNANI (Pavia), LINO LEONARDI (Siena), PIETRO GIBELLINI (Venezia)

sabato 9 gennaio 2010

ARCENCIEL MONDO primo appuntamento 2010

sabato 23 gennaio 2010 dalle ore 18,00, presso la LIBRERIA RINASCITA di Roma, Via P.Alpino, 48 si terrà il primo incontro del Progetto ARCENCIEL MONDO.
L'artista giapponese UEMON IKEDA esporrà una sua installazione dal titolo "Panorama della memoria" Teatro impossibile. Inoltre sulla poesia giapponese contemporanea interverrà Massimo Giannotta, poeta, traduttore e editore. Poesie in lingua originale e in italiano verranno lette dai due artisti e dall'attrice Paola Bacchetti.

mercoledì 6 gennaio 2010

Gualberto Alvino. Parodiando

8. Aldo Nove

Il 14 luglio 2009 tra le h. 13.52 e le h. 14.01, posso dirlo con sicurezza perché a quell’ora guardo sempre alla tele Medicina 33 rubrica a cura di Luciano Onder mi piace Luciano Onder quando parla fa smorfiette strane con la bocca strizza continuamente l’occhio destro mia nonna dice è un tic perché sarà nato settimino o col forcipe quelli che nascono col forcipe poi da grandi vengono malissimo con gravi difetti guarda per esempio quel Camilleri, Andreotti, Battiato almeno scrive belle canzoni, ma a me piace pensare che Onder mi fa l’occhietto per questo guardo Medicina 33 a cura di Luciano Onder non per quello che dice che sono quasi sempre scemenze molto meglio i Flintstones o, sdraiarsi sul divano e, sentirsi al buio l’ultimo cd di Renato Zero oppure, guardare le foto della Ferilli, nuda.
Per esempio nell’ultima puntata dei Flintstones ho riso tanto che mi è uscita un po’ di pipì, dal coso. Ho chiesto a mia nonna, nonna che cosa significa che mi esce un po’ di pipì, dal coso quando guardo i Flintstones? Lei ha detto non ti preoccupare sono cose che capitano certo a te non dovrebbero più capitare hai 42 anni suonati santa Madonna e sei anche, uno scrittore affermato anche se mi sembra strano che qualcuno, pubblica le cazzate che scrivi e soprattutto che, qualcuno le compra. Comunque meglio, almeno si mangia carne, la domenica.
Insomma per farla breve mentre guardavo Medicina 33 e mi credevo che Luciano Onder mi faceva l’occhietto e mi veniva voglia di farglielo anch’io anche se so che non serve a niente perché tanto quelli mica se ne accorgono dell’occhietto che gli fai in quanto non sono lì in carne ed ossa ci sono solo in qualità di immagini e anche se tocchi il vetro tocchi solo vetro non carne, e nemmeno ossa, suona il campanello di casa, mia.
La mia casa è situata a Viggiù nelle immediate vicinanze della famosa caserma, dei pompieri.
Quelli della famosa canzone che fa, testualmente così:

Viva qua, viva là, viva su e viva giù
viva i pompieri di Viggiù
che quando passano i cuori infiammano
viva i pennacchi rossi e blu
viva le pompe dei pompieri di Viggiù.

Non la trascrivo tutta perché, è una delle canzoni più lunghe e noiose, della storia della canzone italiana.
E, non solo italiana.
E, non solo della canzone.
Via Cavour angolo corso Stazzi. Precisamente.
Vicino al bar Vittoria dove ogni mattina vado a comprare Chicle The Chewing Gum of the Americas non si attacca al lavoro del tuo dentista.
La mia casa contiene molte stanze. Ma, siamo solo in due mia nonna, e, io.
Mi ci sono trasferito da poco prima abitavo fuori ma non c’era campo ed inoltre prendevo male La7 adesso La7 la prendo bene ma non la guardo preferisco Allmusic e Televiggiù ma la maggior parte del tempo la passo guardando i film porno i film porno sono l’invenzione più bella che Dio ha fatto, insieme a Mina e Mal dei Primitives, a essi aggiungo senz’altro il Vieri di verso fine anni Novanta perché adesso fa cagare poiché non segna più, ma anche Orzoro è un’invenzione dovuta allo stesso Dio, insieme alle figurine, dei calciatori. Un tempo le Panini, adesso non so come si chiamano e se ci sono, ancora.
Anzi sì ci sono. Ma non mi piacciono più da quando mia nonna me ne ha fatte ingoiare 16 una dopo l’altra il giorno che spaccai il lucchetto della credenza e mi sono ingozzato di quanto segue nell’ordine:
una scatola di biscotti ai semi di finocchio
una scatola di biscotti al burro di princeton
una scatola di biscotti al latte di cavallo Equilac finalmente liberi dalla psoriasi.
Dopo che suonò il campanello di casa mia spengo la tele mi tiro su i calzoni perché me li ero abbassati per menarmi un po’ il coso scendo le scale di corsa come se ero in Ferrari vado al portone e chiedo chi è. Mi risponde la voce da donna ma non è gay di Mocassino uno scrittore basso del Milan mio amico io invece sono, della Juve. Con nessun capello, in testa, come Kojak. Io, comunque sono più basso, di lui. Però di capelli ne ho tanti. In testa.
Ora, bianchi. Quasi tutti.
Il resto sale, e pepe. Sembrano sporchi ma giuro che mia nonna me li lava abbastanza, spesso con Johnson’s baby Shampoo Delicato è da sempre il suo Shampoo preferito.
Va per la maggiore.
Ha anche vinto un premio importante non ricordo la marca del liquore, comunque mi sembra che è giallo, e adesso tutti i giornali lo pagano per fargli dire qualcosa su qualsiasi cosa anche se è una cosa stupida lo chiamano e gli danno un tot a riga. O, a cartella non so. I giornali fanno così, non chiamano mica quelli che sanno scrivere e hanno un cervello che fuma, no aspettano che uno vince un premio importante e chiamano lui. Magari quello ha vinto perché i giurati sono dei coglioni o perché non capiscono un cazzo di letteratura o chissà per quale imbroglio ma i giornali lo chiamano e lo fanno scrivere.
Perché quello che conta è il nome, che si sono fatto.
Il nome, tira.
Comunque Mocassino con quel premio del liquore giallo ha risolto la vita prima non aveva un soldo neanche per comprarsi i giornalini glieli prestavo io me li ridava tutti spiegazzati. Se me li ridava. Quelli porno con certe macchie, io almeno me lo fascio con i kleenex prima dell’eiaculazione per non sporcare certe attenzioni le ho sempre avute lui no mai.
Dopo avere parcheggiato sul prato la sua nuova moto dotata di ben 48 cilindri, per un ammontare complessivo di 4.200 cc. circa che se lo sapeva mia nonna come minimo tipo lo strozzava lo aveva appena tosato molto meglio dei nostri vicini di casa i Cardelli che lasciano i ciuffi, entra e la prima cosa che dice è devo fare la cacca dove posso farla?
Non la faceva da tre giorni ma quella volta, sì. A casa mia.

Come la cacca?
La cacca. Devo farla non la faccio da tre giorni.
E devi farla proprio a casa mia?
Se mi scappa mi scappa tu quando ti scappa che fai non la fai la fai no?
La faccio sì la cacca mica si può trattenere per più di un certo periodo di tempo altrimenti anneghi, nella cacca.
E allora?
Ma non la faccio in casa tua la cacca la faccio in casa, mia.
Si vede che quando vieni a casa, mia non ti scappa, la cacca.
Va bene falla.
Dove?
Al cesso se no dove in cucina? In cucina c’è, mia nonna non vorrai fare la cacca davanti a mia nonna no?
Ti ho chiesto solo dove posso farla mica ti ho detto voglio farla in cucina per forza lo so che in cucina la cacca non si fa e infatti non l’ho mai fatta, lì, l’ho fatta sempre nei cessi o, al massimo nei campi se nessuno passa, cioè, al buio, o, nei cespugli.

Si è recato al cesso facendo una serie di scoregge a tempo di hip hop e quando ha finito si è recato al salone dove lo aspettavo, secondo me senza nemmeno farsi il bidè perché ci ha messo troppo poco dal momento dello sciacquone al momento dell’uscita dal bagno, io, stavo mangiando un Vitasnella e oltre di esso mi stavo succhiando con la cannuccia una bibita al cocco che sembrava sborra l’ho sputata a terra e lui mi ha detto con quella faccia da palla che aveva un’idea pazzesca te la dico?
Io, ci pensavo.
Un gusto che hanno gli scrittori è, dire che hanno un’idea.
Un altro gusto che hanno gli scrittori è, dire che te la vogliono dire.
Un terzo gusto che hanno gli scrittori è, pretendere la tua opinione dopo, che te l’hanno detta, l’idea.
Io invece anche se sono uno scrittore, no.
Poi per finire presto la faccenda ho detto dimmela dai. Se no non me lo toglievo di torno tre ore a andare bene lo conosco.

Ma che è la puzza che sento non la senti è pazzesca!
È mia nonna che fa il soffritto, di pesce per il sugo.
A proposito ho un certo appetito.
In effetti è ora di pranzo non vai a pranzo?
Non ho ancora incassato i cinquemila del premio non è che hai qualcosa da mettere sotto, i denti?
Sì parecchie.
Tipo?
Tipo 11 biscotti secchi è il massimo, che posso darti.
Grazie. Ma non è che mi prendi in giro mi sembra impossibile che tu sei il tipo che offre, non l’hai mai fatto, forse ci hai messo dentro qualcosa, magari ci hai pisciato, sopra? Ne ho abbastanza di essere scherzato da te, fin da piccolissimi.

Ho aperto il buffet.
Il primo sportello conteneva, bicchieri.
Il secondo sportello conteneva, piatti.
Il terzo sportello conteneva, posate.
Il quarto sportello conteneva, tovaglie e tovagliolini.
Il quinto sportello conteneva, bottiglie di liquore.
Il sesto sportello conteneva, servizi da tè e da caffè.
L’ottavo sportello era vuoto c’era solo uno stuzzicadenti e alcuni granelli, di polvere.
Il nono sportello conteneva, una scatola contenente circa, 11 biscotti secchi e Mocassino li ha fatti fuori in mezzo minuto aveva proprio fame altro che appetito l’avevo capito fin da subito.
Sbrigati che fanno Zorro gli ho detto. Ancora vedi Zorro? ha detto, poi ha detto tu fai ciò perché ancora non sei cresciuto. Saranno pure cazzi miei gli ho detto e cominciò a dire che mentre era in terrazzo come ogni pomeriggio a guardare col cannocchiale per avvistare un oggetto non identificato un oggetto non identificato lo aveva rapito e gli extraterrestri contenuti all’interno di esso gli avevano rivelato una marea di verità e adesso voleva raccontarle a me per scriverci su dei racconti, a quattro mani. Cioè io e lui. Insieme.
Dividendo in parti uguali il ricavato, delle vendite e tutto.
Subito mi si sono rizzate le antenne perché la fantascienza mi fa venire i brividi gli ho chiesto ma che cosa t’hanno detto quegli extraterrestri? Lui mi ha guardato un po’ con quegli occhi da pescemorto poi ha parlato con un tono basso, meno da donna del solito e ha detto allora, la cosa più importante che mi hanno detto è che gli scrittori di oggi i poeti di oggi i critici di oggi gli editor di oggi sono quasi tutti extraterrestri gli extraterrestri tempo fa hanno rapito quelli veri li hanno chiusi in una specie di magazzino e ogni tanto gli portano da mangiare, intanto fuori ci sono loro che hanno preso il loro posto.
Ah, adesso mi spiego perché sono tutti meno istruiti di mia nonna, ho detto.
Sì me lo spiego anch’io ha detto lui per esempio quello che anni fa ha scritto quel libretto su una balena morta in quel libretto ci sono più errori che cose giuste. A pagina 30 c’è scritto ha girare, a pagina 62 un’aspirapolvere appoggiato, a pagina 150 rimaneva accese ma questo sarà un errore di stampa, a pagina 159 dalle parte delle femmine ma anche questo sarà un errore di stampa però le bozze le potrebbero correggere con più attenzione, a pagina 163 non ero ancora pronto per le cose che degli adulti, che solo lui sa cosa cazzo significa, a pagina 167 glielo detto, a pagina 171 la madri ma anche questo sarà un errore di stampa, però alla pagina dopo c’è scritto lo visto e questo non è un errore di stampa è lui che la fatto.
Sì penso proprio che è vero questa faccenda del rapimento ho detto io, pensa a quel Calasanzio, Cagnasanta o Santiddio o come cazzo si chiama, chi può averlo fatto diventare condirettore di quella rivista fondata da Moravia se non si capisce un’acca quando scrive e quando si capisce qualcosa quel qualcosa è una cosa assurda o, sbagliata? Adesso l’hanno fatto diventare presentatore di Raiuno e non si capisce che dice quando parla, non solo perché ha la esse moscia e gli mancano tante consonanti peggio che a Luciano Onder di Medicina 33 però almeno lui è simpatico, ma perché parla tanto per parlare senza pensarci su prima e poi anche se ci pensasse su prima non cambierebbe molto perché è proprio il suo cervello a essere così uno col cervello così ci nasce, io lo nominerei subito.
Invece io lo caccerei proprio, dalla casa ha detto.
Sì sì anch’io ho detto eliminazione diretta.
Poi mi ha guardato un’altra volta e mi ha detto sempre con gli stessi occhi da pescemorto ora devo andare devo accompagnare mia madre al discount dopo devo scrivere per il Corriere che ne penso di un certo Gatti, o Goddo, uno scrittore che scrive in romanesco, o in toscano, o in milanese, o tutto insieme, una specie di pasticcio, un pasticciaccio, per dire Svizzera dice Sguizzara, pensa te la pazzia che ti porta a fare, comunque devo studiare mica posso improvvisare, pagano.
Va bene vai se devi andare vai ho detto.
Poi ha mollato un’altra scoreggia e è andato via.
E dopo basta.