Esco fuori di casa fuori di testa fuori di me
esco a cercare il sole la pioggia anche lo smog
esco per non star seduto per pensare ad altro
Mi scorporo da questa scatola cuccia carcere
questa trappola della mente Evado emicranie
complessioni pneumatiche d'asfissia soffusa
Mi alzo m'affaccio ficco fuori il naso valuto
temperatura venti nuvole la muffa del vicino
mi tocco la testa con il palmo a coperchio
batto sobbalzo m'abbasso pericolosamente giù
Esco sì ho deciso esco Vado vado vado vado
Bello quel vaso e il muro turrito che lo regge
bello questo scorcio di cortile terrazzi balconi
bello questo silenzio o queste voci o rumori
Mi devo vestire mi devo lavare mi devo essere
E mi trascorro acque e saponi abiti e scarpe
e mi guardo di sfuggita sul riflesso della porta
e l'apro e oltrepasso il confine e vado e chiudo
la porta e scendo e ansimo extrasistole chiasmi
di strabici borbottii Mi scappa sulle scale un passo
di mambo e un inciampo di cha-cha-cha ma che fa
mi gira la testa ma non svengo mai mi reggo
ma non mi seggo Trasecolo m'assottiglio in fili
e finalmente fuori distendo otto zampe passeggio
al sole ostendo il cefalotorace Galleggio sospeso
tra l'asfalto i balconi sopra le auto in doppia fila
e i tetti degli autobus che corrono in ritardo
© Francesco Randazzo - 2010
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