Oltre al sonno e alla concentrazione ci sono anche altre cose che non sono state dette a nessuno.
Giornate intere che scompaiono, e brevi attimi che diventano un’eternità.

(Peter Høeg)

giovedì 28 febbraio 2008

TUMA'S BOOK THEATRE

PROGETTO ARCENCIEL
a cura di Regina Franceschini Mutini e Ivana Conte

TUMA'S BOOK THEATRE

PERFORMING WORDS
a cura di Francesco Randazzo

lunedì 3 marzo 2008 ore 21,30

Fiore di carne
Tratto dai racconti di Pierre Louys, Anais Nin e Jana Cerna

recital erotico ideato ed interpretato da Monica Massone, con la regia di Siddhartha Prestinari

Una donna qualunque ritorna in uno spazio conosciuto, da una notte in cui è accaduto un evento non specificato che l'ha intimamente turbata…Vivendo un momento privato in un ambiente che da rifugio diviene progressivamente prigione, l'unico modo possibile per uscire da uno spazio e da una situazione claustrofobici e potenzialmente pericolosi è interloquire con un'entità immaginaria indefinita...

Ingresso libero
aperitivo dalle 19,30
spettacolo ore 21,30
consumazione € 8

TUMA’S
Via dei Sabelli,17 Roma
Tel. 06 44704059

sabato 23 febbraio 2008

concerto poetico

UNIVERSITA' DI ROMA "TOR VERGATA" FACOLTA' DI LETTERE E FILOSOFIA MERCOLEDI’ 27 FEBBRAIO 2008 AUDITORIUM "ENNIO MORRICONE" Via Columbia 1, piano terra edificio A Cattedre di Letteratura Italiana
ore 11.00: Presentazione del quaderno di poesie di Regina Franceschini Mutini TOBOGA Ed. La città e le stelle, Roma 2005 Saluto del Preside, prof. L. Rino Caputo Introducono Giorgio Patrizi (Universita' del Molise), Fabio Pierangeli e Cristiana Lardo (Universita' di Roma “Tor Vergata”)
Intervengono: Luigi Bellingardi (critico musicale e giornalista del Corriere della Sera), Massimo Giannotta (scrittore ed editore di ‘toboga’) Marco Palladini (scrittore), Francesco Randazzo (scrittore e prefatore di ‘toboga’)
ore 11.30: Concerto poetico e presentazione in prima nazionale del cd “Bertrand s’amuse”, tratto da ‘Toboga’ Voce: Gianni De Feo; musiche e accompagnamento al piano: Gianluca Pezzino sarà presente l’Autrice

venerdì 15 febbraio 2008

Serge Uberti


I pittori hanno incontrato la scrittura
Progetto
ARCENCIEL

a cura di Regina Franceschini Mutini e Ivana Conte

domenica 24 febbraio 2008 dalle ore 18,30

Serge Uberti
“Le stanze votive”
E poi fu lo scoppio come gonfia corolla al culmine del cielo rosso.
Un grosso boato che incise la luce rossa. Una luce intensissima
che venne fuori da una grande forza.

Testo di Manuel Cassano liberamente tratto da A. Verri, O. Licini e S.Toma del quale Cristina Baruffi e Serena Martace Raso leggeranno alcuni brani

TUMA’S via dei Sabelli, 17 - Roma


Serge Uberti è un artista. Di sicuro. Come uomo di scienza, raramente sono così categorico. Quella che fa Serge è sicuramente arte, un’arte che non so classificare in un movimento, in una tendenza o in una scuola. Non è il mio mestiere classificare l’arte. Ma forse Serge non appartiene a una scuola, tendenza o movimento dell’arte. Serge un artista. Non è poco. E’ molto raro e prezioso incontrare un artista.
Non so dire se Serge sia pittore o scultore. Le sue pitture mi colpiscono come sculture in attesa di un volume. Le sue sculture, le ombre che proiettano, sembrano definire una superficie, voler tornare pitture. Serge entra ed esce dalla terza dimensione dello spazio: in fondo, non ne ha bisogno. Il suo spazio è comunque molto profondo. Che siano a due o tre dimensioni, le figure di Serge ne evocano immancabilmente una quarta: il tempo. Sembrano immensamente antiche. O senza tempo. Sembrano già presenti, da sempre, in chi le osserva o piuttosto, le rivive. Evocano emozioni che attingono alla profondità dell’uomo come specie, alla sua evoluzione come homo sapiens.

Paolo Costantino

cabateo@hotmail.com
serge-uberti.com

martedì 12 febbraio 2008

LALLA ROMANO, UN SECOLO


LALLA ROMANO, UN SECOLO

Mostra antologica di manoscritti, documenti, dipinti, disegni e fotografie

Roma, 27 febbraio – 31 marzo 2008

Nell’ambito delle celebrazioni per il centenario della nascita di Lalla Romano (1906-2001), la città di Roma le rende omaggio con una grande mostra antologica di manoscritti, documenti, dipinti, disegni e fotografie. In sei prestigiosi luoghi di esposizione (la Biblioteca nazionale centrale, la Biblioteca Casanatense, la Sede della Regione Piemonte, la Sala Clementina nel Complesso Monumentale del San Michele, la Casa delle Letterature e la Galleria 196) saranno documentati i molteplici aspetti dell’attività artistica di Lalla Romano, attraverso un ideale e suggestivo percorso biografico e tematico. Dall’infanzia alla prima giovinezza (le fotografie paterne, la tesi di laurea su Cino da Pistoia), alla maturità artistica (i dipinti e i disegni) e letteraria (manoscritti, prime edizioni, corrispondenza con gli amici e i maestri). Per la prima volta si indagherà nei progetti grafici che Lalla Romano curò negli anni Quaranta per copertine di libri altrui e sarà esposta una serie di mobili da lei disegnati per la sua casa nel 1932, l’anno del matrimonio con Innocenzo Monti.

La mostra sarà accompagnata da numerosi incontri pubblici. Presso la Casa delle Letterature, che ospiterà tra l’altro le prime edizioni dei libri e una serie di disegni eseguiti da Lalla Romano a Roma negli anni Trenta, l’11 marzo si terrà una giornata di studio con critici e scrittori, da Giulio Ferroni ad Andrea Cortellessa, da Rosetta Loy a Sandra Petrignani. Alla Biblioteca nazionale centrale ogni martedì di marzo verranno proposte letture da opere come Una giovinezza inventata e Dall’ombra. Presso la Biblioteca Casanatense, un concerto sarà dedicato a Lalla Romano il 6 marzo; l’8 marzo – in occasione della Giornata della donna – Adele Cambria parlerà su «Lalla Romano nostra contemporanea»; e il 26 marzo Paola Urbani proporrà una lettura grafologica dei manoscritti esposti («Lalla Romano vista da vicino: scopriamo insieme il suo carattere con la grafologia»). Il rapporto di Lalla Romano con la sua regione natale sarà oggetto di due incontri presso la sede della Regione Piemonte. E proprio a Demonte e alla Valle Stura, «sulle tracce di Lalla Romano», è dedicata la “lettura poetica” del fotografo Alessandro Vicario, esposta presso la Galleria 196.

La presentazione dell’intero progetto, a cura del Ministero per i Beni e le Attività culturali, si terrà presso il Palazzo dei Dioscuri a Roma lunedì 25 febbraio 2008 alle ore 12.00. Nella stessa giornata, alle 17.30, sarà inaugurata la sezione espositiva della Casa delle Letterature e il 27 febbraio, tra le 11.00 e le 19.00, saranno inaugurate tutte le altre sezioni della mostra.


lunedì 11 febbraio 2008

TransEuropaExpress



TransEuropaExpress
Europa Femminile Plurale
IV edizione


27 Febbraio – 1 Marzo 2008

Casa delle Letterature
Piazza dell’Orologio 3 Roma



Il 27 febbraio 2008 apre a Roma la IV edizione di TransEuropaExpress, un progetto a cura della Casa delle Letterature dell’Assessorato alle Politiche Culturali di Roma, della Fondazione Antonio Ratti di Como e della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea.

Il titolo dell’appuntamento, a cura di Mario Fortunato e Maria Ida Gaeta, è Europa Femminile Plurale, argomento che intende mettere a fuoco il ruolo delle donne e della creatività femminile nei vari linguaggi e espressioni culturali di ogni paese dell’Unione Europea.
La costruzione dell’identità europea non può prescindere dal rafforzamento del ruolo delle donne. La sfida di definire nuovi modelli di rapporto tra politica, cultura e società non può essere affrontata e ancor meno vinta senza il coraggio delle donne. Scienziate, pensatrici, scrittrici e artiste provenienti da tutti i paesi dell’Unione Europea ne discutono tra loro per parlarne al pubblico.

Per ognuna delle nazioni partecipanti è stata invitata una donna protagonista del mondo della letteratura, dello spettacolo, dell'arte, della filosofia e delle scienze per quattro giorni di dialogo e confronto. La manifestazione è nel segno dei programmi culturali della Commissione Europea, che per il 2007 e il 2008 ha individuato come temi guida le “Pari opportunità" e il “Multiculturalismo".

Le ospiti che intervengono al seminario sono: Gabriela Adamesteanu (editorialista del Bucure_tiul Cultural, Romania), Zdenka Badovinac (direttrice della Moderna galerija di Lubiana, Slovenia), Ginevra Bompiani (editore e scrittrice, Italia), Dulce Maria Cardoso (scrittrice, Portogallo), Mavis Cheek (scrittrice, Gran Bretagna) Theodora Dimova (scrittrice e drammaturga, Bulgaria), Anna Faur (regista cinematografica, Ungheria), Nora Ikastena (scrittrice, Lettonia), Jana Juranova (scrittrice, Slovacchia), Krista Kaer, (giornalista, Estonia), Ismini Kapandai (scrittrice, Grecia), Leena Lander (scrittrice, Finlandia), Janina Lapinskaite (regista cinematografica Lituania), Mercedes Monmany (giornalista e operatrice culturale, Spagna), Sabine Müller Funk (artista, Austria), Bitte Nygren, (direttrice del Museo svedese di architettura, Svezia), Irena Obermannová, (regista, Repubblica Ceca), Jacqueline Risset (critica letteraria, Francia, docente all’ Università Roma Tre), Michelle Rogers (artista, Irlanda), Renata Stih (artista, Germania), Clare Thake Vassallo (storica della letteratura, Malta), Janne Teller (scrittrice, Danimarca), e Ewa Osiatyska Woydyllo (psicologa, Polonia).

In occasione di questa edizione di TransEuropaExpres sono previsti tre ulteriori appuntamenti, a ingresso libero, di ampio respiro culturale:

1) nelle gallerie della Casa delle Letterature in piazza dell’Orologio n. 3 è possibile visitare sia la mostra dedicata ai disegni, mai esposti prima di questa occasione, della scrittrice Lalla Romano (1906 – 2001) che quella dedicata ai disegni dell’artista Michelle Rogers (Dundalk, Irlanda) - entrambe visitabili dal lunedì al venerdì, dalle ore 9.30 alle 18.30;
2) nello Spazio Espositivo d’Arte Contemporanea per Giovani Artiste “ la Magnolia “ presso la Casa Internazionale delle Donne (via della Lungara 19, Roma) è stata allestita per l’occasione e sarà inaugurata nel pomeriggio del 28 febbraio alle ore 19.00 l’esposizione collettiva di opere di Nadine Ethner, Sara Spizzichino, Soledad Johanson, Irene Iorno, Francesca Manzini, Rivka Spizzichino e Sarah Klingeberg.


Coordinate dell’evento :

Titolo: TransEuropaExpress – Europa Femminile Plurale
Date: 27 febbraio – 1 marzo 2008 Roma
Presso: Casa delle Letterature, Piazza dell’Orologio 3 Roma
Ingresso: libero
Info: Casa delle Letterature tel. 06 68134697 www.casadelleletterature.it
PAV - tel. 06 681349 86
Casa Internazionale delle Donne, via della Lungara 19, Roma
tel. 06 68193001 - 06 68401720 www.casainternazionaledelledonne.org



SESSIONE INAUGURALE
Sala Conferenze , Casa delle Letterature piazza dell’Orologio n.3
Mercoledì 27 febbraio 2008 ore 16.30

Presentazione a cura di
Maria Ida Gaeta, Direttrice della Casa delle Letterature di Roma; Mario Fortunato, Direttore della Fondazione Ratti di Como; Pier Virgilio Dastoli, Direttore della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea

Intervengono: Jacqueline Risset (Francia) critica letteraria, Università Roma Tre
Zdenka Badovinac (Slovenia) direttrice della Moderna Galerija di Lubiana
Mercedes Monmany (Spagna) giornalista e operatrice culturale


venerdì 8 febbraio 2008

"La strada" di Cormac MacCarthy

"La strada" di Cormac MacCarthy è devastante. Un capolavoro assoluto di desolazione e perfetta scrittura. Parole asciutte in un paesaggio polverizzato, parole scabre, pietrose, cesellate nel respiro dell'impossibile salvezza. Leggere è una speranza, si va avanti con la disperazione di sapere che non c'è più nulla da sperare, eppure ci s'illude, non si può farne a meno.
Camminiamo accanto a quell'uomo che spinge un carrello, seguito da un bambino, attraverso un mondo distrutto, essiccato, privo di vita. Ci spinge la fame e la paura degli altri. Siamo i buoni. Ma per sopravvivere non possiamo esserlo troppo. Tra i detriti una lattina di cocacola può diventare un dono eucaristico per il bambino che è nato dopo la distruzione. A forza di seguirli diventiamo loro, non uno di loro, ma tutt'e due, un unico essere composto da due vite: dormiamo poco, stiamo sempre all'erta, ci saldiamo fortemente l'uno all'altro, attraverso un amore che è il bene perfetto tra due esseri, la vita per la vita. Siamo i buoni. Siamo il padre e il figlio. L'attraversamento di questa apocalisse già compiuta eppure imperfetta perché ancora abitata da un'umanità aberrata e aberrante, richiede un ribaltamento dell'assunto biblico: il figlio verrà salvato. L'amore si trasfigura nella purezza della parola: "la cosa migliore era parlare con il padre, e infatti ci parlava e non lo dimenticava mai."
Eppure non c'è sollievo, tutto rimane sospeso. "Tornò nel bosco e si inginocchiò accanto al padre. Era avvolto in una coperta, come l'uomo aveva promesso, e il bambino non lo scoprì ma gli si sedette vicino e si mise a piangere senza fermarsi. Pianse per un bel pezzo.Ti parlerò tutti i giorni, sussurrò. E non mi dimenticherò. Per niente al mondo. Poi si alzò, si voltò e tornò verso la strada."
Non c'è sollievo, ma soltanto una strada da percorrere, comunque.

Da leggere, assolutamente. Una tragedia classica, scabra come un rudere, pulsante come il sangue, con una catarsi profondissima, verticale e perfetta.

©Francesco Randazzo

sabato 2 febbraio 2008





NOI MORIAMO A STALINGRADO

Tra il novembre del 1942 e febbraio del 1943, si è consumata una delle più atroci tragedie umane e militari del XX secolo : la battaglia di Stalingrado.
Inserita nell’ambito dell’invasione nazista in Unione Sovietica, questo evento ha segnato la sorte dolorosa di centinaia di migliaia di soldati tedeschi, molti italiani, rumeni, senza contare tutti i sovietici caduti sul campo.
Noi moriamo a Stalingrado, il libro di Alfio Caruso pubblicato da Longanesi, racconta l’odissea di circa un centinaio di soldati italiani, rimasti imprigionati nella sacca di Stalingrado che fu il risultato dell’« Operazione Urano », la mossa decisiva dell’esercito sovietico per sconfiggere definitivamente l’esercito invasore dell’alleanza nazista.
Partiti al seguito del generale Gariboldi in quel contesto di mattatoio provocato dalla megalomania e dalla cecità mussoliniana, giovani italiani dalle origini più diverse e provenienti dalle situazioni più disparate, si ritrovarono prigionieri di una sacca dal diametro di centinaia di chilometri, creata dalle forze sovietiche grazie allo sfondamento del fronte nazista dalla parte dell’esercito rumeno, il più debole.
Nonostante i tentativi dei generali tedeschi, irremovibile fu l’atteggiamento di Adolf Hitler il quale volle quel tragico epilogo perché in Germania fosse giustificato come il grande sacrificio dei soldati tedeschi alla causa del nazionalsocialismo. A questo si aggiunge l’atteggiamento del generale Von Paulus, simbolo di una casta, di una generazione, di un'epoca, che si rifiuta di capire l'eccezionalità del momento e si rifugia nell'accettazione degli ordini, perchè così presuppongono la sua educazione personale e l'addestramento militare.
Così dopo la chiusura della sacca, arrivarono i bombardamenti dei Katiuscia, la grande resa e la prigionia senza ritorno all’interno dei gulag sovietici.
Il libro di Alfio Caruso racconta con grande umanità le testimonianze preziosamente raccolte dalle lettere inviate dai soldati italiani, spesso rinvenute presso le famiglie di provenienza. Da questi documenti emerge uno spaccato di vita su cui la tragedia della morte si abbatte con inaudita ferocia. Ogni lettera contenuta in Noi moriamo a Stalingrado è un fiore nel deserto di calcoli politici insensati e di ideali violenti che purtroppo ancora minacciano il futuro degli esseri umani.
Ancora più straziante è l’inutile attesa che, dalla fine della guerra, ha visto famiglie intere percorrere l’Italia in lungo e largo alla ricerca di notizie, compiere viaggi a Volgograd (è questo il nome odierno di Stalingrado), condurre un’esistenza di ininterrotta attesa, nella speranza di veder cancellata dal nome dei loro cari la terribile quanto beffarda parola “disperso”. Già, perchè della sorte di questi uomini, non ne sapeva nulla il regio esercito, le associazioni dei reduci e, ovviamente, l'esercito russo. A testimonianza di questo sacrificio non esitono inoltre cimiteri, lapidi o cippi : nulla di nulla.
L’esigenza di raccontare una simila tragedia provocata dalla cecità di folli megalomani, è dettata dai numeri:
1 milione dei morti, durante i combattimenti, da ambo le parti
320.000 soldati dell'Asse accerchiati dall'Armata Rossa, nella sacca di Stalingrado
90.000 prigionieri; di questi 80.000 morirono nei primi mesi
6.000 soldati tedeschi tornarono a casa.
Il libro di Alfio Caruso cerca di colmare un vuoto, la sorte di 77 italiani nascosta agli occhi del mondo, che nel corso della nostra storia non può e non deve avere alcuna giustificazione.

Cristiano Felice