Waz osserva i mattoni rosa come se fossero pezzetti di lego, passeggia tra palazzi, chiese e case che sembrano costruite da un bambino gigante, buono e laborioso. Immagina che in realtà sono stati operai e maestranze pazienti e pignole, perché come cazzo si fa nel 1200 a costruire una Basilica tutta di mattoncini rosei? Alta, altissima. Una roba che oggi solo di manodopera costerebbe un botto e all'architetto lo radierebbero dall'albo. E invece. L'hanno fatto. Mattoncini a milioni. Tutta una città letteralmente spalmata su una pianura. Viene voglia di rotolare per le strade stese come nastri, di sorridere senza motivo. Avrebbe voglia di dare la mano alla signora dagli occhi di cielo, di spalmare di marmellata le mani della giovane madre e poi baciargliele, fare il solletico a tutti quei chiassosi giovani ricchi di vita e soave mescolanza, dare una pacca sulla panza ad un signore di mezz'età fuoriuscito da un romanzo di Balzac, dondolare come un bambino a spasso, persino saltellare. Waz pensa, si gasa di serenità, ma prosegue silenzioso e composto. Non c'è motivo, non c'è motivo, si ripete, la tua realtà non è questa, questa è un'apparizione, svanirà, non t'illudere. La cosa meravigliosa, che lo sconcerta e lo conforta allo stesso tempo è che non capisce niente di quello che dicono. La fortuna e lo svantaggio di conoscere una lingua solo attraverso i libri: leggi e comprendi, costruisci una lingua dentro la tua testa, ed ha il tuo suono; ma quando la ascolti, quando viene parlata dagli altri, suona come nuova e sconosciuta, contratta e strapazzata come soltanto gli esseri umani sanno fare con ciò che gli è familiare. Allora puoi ascoltarla come pura musica, puoi perderti nello spiazzamento di un'ignoranza che ti salva attraverso i sensi, perché diviene puro suono - puoi infischiartene di quello che vuol dire - ti godi il minuetto, il rondò, la giga, la sarabanda, la sinfonia o la jam session, il rave, l'hevy metal, a seconda. Ogni lingua ha il suo suono, la sua musica nascosta dal significato, se lo togli viene su e da a Waz un senso di caduta verticale nell'abisso del non senso, l'appagante, fluttuante meraviglia della melodia di un popolo. E quel senso di non appartenenza alla terra, ma di comunanza emozionale, da a Waz lo stordimento e la coscienza di essere caduto dalla Luna e di vagare in un luogo che nemmeno Swift seppe immaginare per Gulliver. Ma come Gulliver, anche lui, Waz, dovrà tornare. E riprendendo a leggere libri scritti in lingue che non capisce ma traduce, ricostruire, inventare mondi pieni di gente e di avventure impossibili che riempiano il vuoto di un quotidiano perfettamente inteso.
Nel palazzo grande, nella lunga sala che accoglieva le istituzioni, Waz vaga tra specchi e statue, si sorprende a osservare come tutto sia intriso di una lieve e serena lascivia liberty, ritratti e raffigurazioni di fanciulle, signore, giovani e cavalieri del lavoro. Gli uomini sono severi ma si concedono il contrappunto visivo della muliebrità sensuale, discinta persino, come se dicessero: la nostra severità è al servizio del piacere.
Waz si sofferma davanti a un grande quadro raffigurante tre donne che si bagnano alla fonte dell'eterna giovinezza. Gli smuovono un po' di sensuale commozione. Waz gli sorride e le ringrazia, lieto che siano silenti ma gli parlino agli occhi, promettendo soltanto ciò che non si può smentire. Merci beaucop, Mesdames.
Nel palazzo grande, nella lunga sala che accoglieva le istituzioni, Waz vaga tra specchi e statue, si sorprende a osservare come tutto sia intriso di una lieve e serena lascivia liberty, ritratti e raffigurazioni di fanciulle, signore, giovani e cavalieri del lavoro. Gli uomini sono severi ma si concedono il contrappunto visivo della muliebrità sensuale, discinta persino, come se dicessero: la nostra severità è al servizio del piacere.
Waz si sofferma davanti a un grande quadro raffigurante tre donne che si bagnano alla fonte dell'eterna giovinezza. Gli smuovono un po' di sensuale commozione. Waz gli sorride e le ringrazia, lieto che siano silenti ma gli parlino agli occhi, promettendo soltanto ciò che non si può smentire. Merci beaucop, Mesdames.
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