Oltre al sonno e alla concentrazione ci sono anche altre cose che non sono state dette a nessuno.
Giornate intere che scompaiono, e brevi attimi che diventano un’eternità.

(Peter Høeg)

mercoledì 5 marzo 2008

Festival di letteratura di Ostellato dedicato a Giovannino Guareschi


Un omaggio al grande mondo
di Giovannino Guareschi

Ascoltare, guardare e gustare la letteratura. Un’esperienza possibile e imperdibile: dal 2 marzo al 20 aprile a “Sotto il sole dei sensi” Festival di letteratura di Ostellato dedicato a Giovannino Guareschi

Lo scenario è Ostellato, una località adagiata e quasi sospesa nella pianura ferrarese, a metà strada tra la città di Ferrara e il mare. L’appuntamento da non perdere è “Sotto il sole dei sensi” un festival di letteratura, cinema, fotografia, musica, reading e cene letterarie giunto alla sua terza edizione. Dopo il primo festival ispirato alle opere di Italo Calvino e le celebrazioni dello scorso anno per il centenario della nascita di Mario Soldati quest’anno il festival è dedicato al grande scrittore, umorista e giornalista Giovannino Guareschi. Due mesi pieni di incontri, performance musicali e gastronomia che ricordano il centenario della nascita ( 1 maggio 1908) di una figura di spicco del panorama letterario del dopoguerra, molto conosciuto ai giorni nostri per la trasposizione cinematografica dei suoi personaggi più amati: Peppone e Don Camillo. “Sotto il Sole dei sensi” prenderà il via domenica 2 marzo con l’inaugurazione della mostra “Giovannino Guareschi, le sfaccettature di uno scrittore moderno” - curata da Giorgio Casamatti su concessione del Club dei Ventitré e dei figli Carlotta ed Alberto Guareschi – allestita presso il Museo del Territorio di Ostellato dove rimarrà fino al 30 aprile. Sempre il 2 marzo la prima delle due cene letterarie: “La Cena dei Reduci di Peppone e Don Camillo”, preparata presso l’Hotel Villa Belfiore di Ostellato . Si tratta dell’esatta trasposizione della cena narrata in “Mondo Piccolo” – forse la sua opera più importante e conosciuta - alla quale partecipavano Peppone, con il proposito di far propaganda politica, e Don Camillo con l’intento d’impedirglielo. Identico anche il menù proposto con piatti semplici della tradizione emiliano- romagnola che spazieranno dal salame alla pastasciutta fino a “torte grandi come ruote di carro”, “spezzoni di formaggio grana”, il tutto annaffiato da “Diluvio universale di vino imbottigliato” (che per l’occasione avrà etichetta Guareschi). L’omaggio allo scrittore sarà arricchito, nei giorni seguenti, da interessanti incontri e reading con scrittori e giornalisti contemporanei come Luigi Bosi che presenterà “Dove finisce il cielo. Storia di Terra e Acque”(6 marzo); Cinzia Tani che parlerà di “Sole e Ombra”(14 marzo), Bernardo Iovene( Report - Rai3) che racconterà “Come si costruisce un’inchiesta per la tv” (28 marzo); Helga Schneider autrice di “Scrivere di guerra per una cultura di pace(10 aprile) ed un collettivo di 12 giovani narratori ferraresi (4 aprile). Nel corso del festival sono certamente da segnalare la lezione di fotografia “Raccontare storie con la fotografia” tenuta dal fotografo Mario Rebeschini e l’appuntamento musicale di sabato 29 marzo, con il tributo ai Nomadi accompagnato da letture di Marcello Brondi. Non mancheranno poi gli appuntamenti originali come l’atteso e divertente dialogo “Don Camillo e l’onorevole Peppone” - ispirato ai noti film di Duvivier - tra il sindaco di Ostellato, Paolo Calvano, ed il parroco del paese Don Pietro. Il 19 aprile avrà termine, con l’ultima lezione del ciclo, il laboratorio di scrittura creativa di Stas’ Gawronsky, iniziato lo scorso novembre. Una vera e propria scuola di scrittura, organizzata da ormai tre anni in occasione del festival, durante la quale autori principianti sono stati educati alla narrazione, alla ricerca del personaggio ed alla costruzione di un dialogo attraverso letture, scambio di esperienze, pensieri condivisi. “Sotto il sole dei sensi” chiuderà il 20 aprile con due bellissimi appuntamenti: il concerto “Omaggio a Verdi” – uno dei musicisti prediletti da Guareschi - della corale parrocchiale e gli allievi del conservatorio Frescobaldi di Ferrara e la seconda cena letteraria “La cena dei Fuoriusciti” la più ricca, gastronomicamente parlando, dei racconti di Mondo piccolo. Come il primo riservato ai reduci, anche il secondo menù proposto per la cena è protagonista di un divertente episodio durante il quale Don Camillo, per impedire a due tecnici sovietici di far propaganda, li porta nelle migliori aziende agricole della zona, ovviamente di fedeli parrocchiani, dove vengono letteralmente rimpinzati di cibo: dalla colazione con zabajone, vino bianco e nocino, passando dal pranzo a base di bollito di manzo, vitello e lambrusco fino ad una cena con culatello, pasticcio di maccheroni e gelato. Un festival che si preannuncia dunque ricchissimo di eventi e soprattutto aperto ad un mondo culturale ampio e multidisciplinare che coniuga letteratura e tradizione, dove la narrazione diventa sapore e le parole musica.


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Nota Biografica di Giovannino Guareschi

Giovannino Guareschi nacque il 1 maggio 1908 a Fontanelle di Roccabianca, in provincia di Parma. Scrittore, umorista, giornalista, amico di Cesare Zavattini, redattore del Corriere emiliano e poi del settimanale umoristico Bertoldo Guareschi esordì come disegnatore di satira politica. Direttore del settimanale Candido (1945-1957,) divenne poi famoso come scrittore di romanzi e racconti umoristici ambientati nei piccoli centri della “Bassa” emiliana, un paesaggio d’autore perfettamente tratteggiato, nei colori, negli umori, nei contesti e nei personaggi. E i personaggi dei suoi romanzi più famosi, Don Camillo e Peppone, - le cui vicende sono universalmente note, tradotte in tutto il mondo con una diffusione di oltre 20.000.000 copie - sono stati immortalati in molti film, in particolare dal regista Duvivier, con la straordinaria interpretazione di Cervi e Fernandel.
Personaggio straordinario, amato e discusso, Guareschi fu al centro di aspre polemiche in un’Italia che viveva il dramma del secondo conflitto mondiale e le divisioni del dopoguerra. Personalità controcorrente, pagò sempre di persona le sue scelte di vita. Al centro di un caso giudiziario e condannato per diffamazione nel 1954 nei confronti di De Gasperi, per avergli erroneamente attribuito, in buona fede, dei documenti apocrifi, non volle ricorrere in appello e scontò 14 mesi di carcere a Parma. Già negli anni precedenti, quando era stato internato in un campo di concentramento tedesco dopo l’8 settembre 1943, aveva rifiutato la possibilità di essere rimpatriat,o che gli veniva offerta, preferendo condividere la sorte di altri detenuti.
Ciò che è meno conosciuto della vita di Guareschi è forse il suo rapporto con Cervia.
A Cervia Guareschi trascorse i periodi estivi, che vanno dal 1962 al 1968 . La scelta di un primo soggiorno all’Hotel Le Palme di Milano Marittima, fu dovuta in larga misura a motivi di salute. Era reduce da un infarto e, dopo due mesi di cure, su consiglio di amici e della moglie Ennia e della figlia Carlotta, aveva fatto la scelta di trascorrere un periodo di convalescenza e di vacanza in una località turistica caratterizzata da un ambiente con molto verde. Il soggiorno fu piacevole tanto da indurre Guareschi ad acquistare una casa a Cervia, in via Bellucci, vicina alla villa dello scrittore e giornalista Max David. In quella casa Guareschi trascorse diversi periodi di soggiorno, in particolare da maggio ad ottobre. In quella villa soggiornavano anche la moglie Ennia, i figli Alberto e Carlotta e i nipoti. Erano anni nei quali alle delusioni e alle amarezze precedenti subentrò la soddisfazione della diffusione delle sue opere, la notorietà dei suoi personaggi immortalati dal regista Duvivier.
Guareschi non amava fare vita di spiaggia, non amava i salotti. Preferiva il rapporto con la gente semplice: i pescatori con cui conversava nelle soste delle sue gite in bicicletta, la ristretta cerchia di amici. Lavorava molto nella tarda serata e durante la notte.
Il 22 luglio 1968, nel mattino in cui fu stroncato da un infarto, s’era alzato vero le 7,30. Aveva scambiato un saluto con la Wanda, la signora che abitava nella casa accanto alla sua. Era rientrato nel suo studio, ma di lì a poco subì l’ultimo, definitivo attacco cardiaco. E la notizia della sua morte si diffuse ben presto. “L’è mort Zvanì”. “E’ morto Giovannino” fu la frase che si sentì ripetere tra i cervesi, tra quella gente di Romagna, dal carattere scontroso, ma aperto e disponibile, che Guareschi aveva ricordato in alcuni suoi racconti. E vennero anche a Cervia molti personaggi conosciuti, ma non i rappresentanti della cultura ufficiale. Scrisse Enzo Biagi in un articolo pubblicato il giorno successivo alla sua morte: “Non ha mai avuto la recensione di un critico, un riconoscimento ufficiale, ma il suo nome non può essere cancellato dalla cronaca del dopoguerra, da quegli errori e da quelle illusioni.”

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