Oltre al sonno e alla concentrazione ci sono anche altre cose che non sono state dette a nessuno.
Giornate intere che scompaiono, e brevi attimi che diventano un’eternità.

(Peter Høeg)

venerdì 8 ottobre 2021

Abdulrazak Gurnah vince il Nobel 2021

 



L’Accademia di Svezia ha attribuito il Nobel per la Letteratura a Abdulrazak Gurnah per l’«intransigente e compassionevole penetrazione degli effetti del colonialismo e del destino del rifugiato nel divario tra culture e continenti». Nato a Zanzibar nel 1948 e costretto a lasciare l’isola perché appartenente alla minoranza musulmana locale, Gurnah si è trasferito in Inghilterra nel 1968. Dopo un’esperienza universitaria in Nigeria ha insegnato letteratura inglese nell’ateneo del Kent. Autore di dieci romanzi, tre raccolte di racconti e alcuni saggi – questi ultimi dedicati perlopiù alla letteratura africana, ha esordito nella scrittura con «Memory of Departure» nel 1987. In tempi più recenti ha pubblicato anche diverse sillogi di racconti. Ha collaborato con la rivista «Wasafiri» e dal 2006 fa parte della Royal Society of Literature.


In una recente intervista, Gurnah ha detto:  “Non sono come Virginia Wolf che all’età di dieci anni sapeva già di essere una scrittrice. Io mi sono ritrovato a scrivere qualcosa un giorno, come le persone di solito fanno. Poi si sono aggiunte nuove pagine. Infine sono arrivato a un punto in cui ho pensato: cos’è questa cosa che sto scrivendo? Lì ho compreso la differenza tra buttare giù qualche riga e scrivere”.


Soltanto tre titoli della sua produzione letteraria sono stati tradotti e pubblicati in Italia: “Il disertore”, “Paradise” e “Sulla riva del mare”, editi da Garzanti, ormai fuori catalogo, ma sicuramente la casa editrice sull’onda di questo inatteso Premio Nobel, ristamperà questi e, speriamo, altri titoli.


Di seguito il bellissimo incipit di “Paradiso”:



Il bambino innanzitutto. Si chiamava Yusuf, e a dodici anni lasciò la propria casa all'improvviso. Ricordava che era accaduto durante la stagione arida, quando ogni giorno era uguale al precedente. Sbocciavano e morivano fiori imprevisti. Strani insetti scappavano da sotto le pietre e si contorcevano fino alla morte nella luce bruciante. Il sole faceva tremare nell'aria gli alberi lontani, fremere e ansimare le case. Nuvole di polvere si alzavano a ogni passo e un'immobilità severa si stendeva sulle ore diurne. Di quella stagione ricordava alcuni momenti precisi.

Sulla banchina del treno, quel giorno, Yusuf trovò due europei, i primi che avesse mai visto. Non si spaventò, almeno lì per lì. Andava spesso alla stazione, a guardare i convogli che arrivavano rumorosi ed eleganti, poi aspettava che ripartissero, ubbidendo al corrucciato segnalatore indiano con le bandierine e il fischietto. Spesso Yusuf stava lì per ore prima che arrivasse un treno. Anche i due europei aspettavano, in piedi sotto un tendone di tela, insieme a valigie e merci dall'aria importante, impilate in bell'ordine mezzo metro più in là. L'uomo era grosso, così alto che doveva abbassare la testa per non toccare il tendone sotto cui si riparava dal sole. La donna era dietro, più in ombra, il viso le luccicava ed era parzialmente coperto da due cappelli. La camicetta bianca con le gale era abbottonata attorno al collo e ai polsi, la lunga gonna le sfiorava le scarpe. Anche la donna era grossa e alta, ma in un altro modo. Mentre lei aveva l'aria pesante e malleabile, come se fosse capace di prendere un'altra forma, lui sembrava intagliato in un unico pezzo di legno. L'uomo e la donna guardavano in due direzioni diverse, come se non si conoscessero.

(…)



Abdulrarzak Gurnah


Paradiso


Garzanti

Prima edizione: ottobre 2007

Traduzione dall'inglese di Laura Noulian

Titolo originale dell'opera: Paradise

© 1994 by Abdulrazak Gurnah - ISBN 978-88-11-68322-3


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