Illegali
vene, l'ultima opera poetica di Alfonso Lentini, scrittore a
tutto tondo, è un susseguirsi incalzante di vuoti e di pieni, di
assenze e di presenze (forse solo immaginate), di spazi angusti e
siderali. C'è una necessità spasmodica di dialogo: «scrivimi in
corsa ai limiti del cielo», e ancora: «scrivimi in bianco ai bordi
della strada». Non c'è solo un tu invitato a scrivere, ma anche un
io che vuole, almeno in apparenza, comunicare le sue sensazioni :
«ciao, ti scrivo da un muro, / vedi come, vedi come ti scrivo /
senza labbra né denti / senza lingua, in apnea / dalle crepe ti
scrivo, senza accenti / dalla carne di un muro». Una scrittura
"senza lingua" è, a mio parere, un’espressione che può
essere interpretata in due modi: senza l'uso del maggiore apparato
fonico, oppure senza parole, dunque una non-scrittura che vanifica un
dialogo forse impossibile, o solo immaginato.
Ricordo
l'evanescenza del romanzo "Luminosa signora", dove il
personaggio femminile è, o appare, figura incorporea anche quando
sembra che abbia sembianze reali. Del resto, l'inanità del dialogo
sembra ventilato da questa poesia: «scrivimi in fermo immagine / usa
l’acqua salata / per bagnare la pagina / e cancella».
Il
punto più alto di questa breve raccolta, a mio avviso, è l'ottava
lirica: «nel display brilla solo / mezza palpebra, un’unghia / un
dettaglio di neve: / allora dimmi / dimmi dei rami esclusi dalla foto
/ della parte mancante / raccontami dei tagli alle montagne / dimmi
di questo moto provvisorio / intorno al vuoto: / la caduta simultanea
delle mani / in questo dilatato parlatorio / di ospedale, caserma,
aeronave». L'oggetto, sempre in apparenza, è una foto forse
ricevuta dall'io che chiede spiegazioni al tu dei soggetti esclusi,
"della parte mancante", dei tagli al paesaggio.
C'è
sofferenza in questi particolari, nostalgia, bramosia di conoscere
uno spazio non compiutamente rappresentato, concesso a frammenti,
come "un dettaglio di neve", oppure negato a un io che
sembra recluso, in un carcere, in un ospedale, in una caserma, nel
ristretto gelido spazio di una aeronave, dove gli oblò della
coscienza non consentono la visione delle cose.
Gian
Maria Molli
Alfonso Lentini
Illegali vene
100 esemplari numerati con interventi manuali dell’autore
e nota introduttiva di Eugenio Lucrezi
Collana CentodAutore
a cura di Rossana Bucci e Oronzo Liuzzi
(Corato, dicembre 2014)
Dall’introduzione di Eugenio Lucrezi:“Lentini è dunque un poeta che sento affine, in ragioni di storie, anche umane, in qualche modo parallele, e di una comune visione delle questioni e dello status delle arti. Poeta e anche artista visivo, nonché narratore originalissimo e potente, autore di almeno un romanzo, Cento madri (Foschi, 2009), che non esito a definire tra i migliori scritti in Italia nell’ultimo decennio, pregno com’è dei semi della maggiore letteratura europea. […] Ed ecco dunque definirsi le coordinate di questo formidabile esperimento di poesia non postumana (che toccherà scrivere ad altri, ovviamente) ma tardo-umana, e perciò esattamente contemporanea e realistica in modo acutamente doloroso…”
Da “Illegali vene”:
***
scrivimi in fermo immagine
usa l’acqua salata
per bagnare la pagina
e cancella. Scampata
alla luce, al macello,
a voci crocifisse,
l’impronta del cerchio permane
ora solo permane
l’eclisse
***
avrai camicie d’aria
stivali risuonanti suoni ciechi
l’ossigeno che sfugge dall’argilla
ti offrirà un suo sollievo
avrai illegali vene
e un nome sullo sfondo
un cubo trasparente che contiene
l’incertezza del mondo
***
stanotte sui monti d’Atlante
fievoli supernove
rilasciano bagliori
invisibili agli occhi
e rilasciano suoni per mosche,
scarabocchi
di traiettorie
per tigri, per gibboni, per giraffe
inseguono sott’acqua le oloturie
La pubblicazione può essere richiesta a:
EUREKA Edizioni
Associazione Culturale EUREKA
Via T. Tasso, 30 – 70033 Corato (BA)
e-mail: eureka.corato@gmail.com
rossanabucci@libero.it
oronzoliuzzi@hotmail.com
tel. 080.8984258
cell. 349.8684908 – 320.4229046
Illegali vene
100 esemplari numerati con interventi manuali dell’autore
e nota introduttiva di Eugenio Lucrezi
Collana CentodAutore
a cura di Rossana Bucci e Oronzo Liuzzi
(Corato, dicembre 2014)
Dall’introduzione di Eugenio Lucrezi:“Lentini è dunque un poeta che sento affine, in ragioni di storie, anche umane, in qualche modo parallele, e di una comune visione delle questioni e dello status delle arti. Poeta e anche artista visivo, nonché narratore originalissimo e potente, autore di almeno un romanzo, Cento madri (Foschi, 2009), che non esito a definire tra i migliori scritti in Italia nell’ultimo decennio, pregno com’è dei semi della maggiore letteratura europea. […] Ed ecco dunque definirsi le coordinate di questo formidabile esperimento di poesia non postumana (che toccherà scrivere ad altri, ovviamente) ma tardo-umana, e perciò esattamente contemporanea e realistica in modo acutamente doloroso…”
Da “Illegali vene”:
***
scrivimi in fermo immagine
usa l’acqua salata
per bagnare la pagina
e cancella. Scampata
alla luce, al macello,
a voci crocifisse,
l’impronta del cerchio permane
ora solo permane
l’eclisse
***
avrai camicie d’aria
stivali risuonanti suoni ciechi
l’ossigeno che sfugge dall’argilla
ti offrirà un suo sollievo
avrai illegali vene
e un nome sullo sfondo
un cubo trasparente che contiene
l’incertezza del mondo
***
stanotte sui monti d’Atlante
fievoli supernove
rilasciano bagliori
invisibili agli occhi
e rilasciano suoni per mosche,
scarabocchi
di traiettorie
per tigri, per gibboni, per giraffe
inseguono sott’acqua le oloturie
La pubblicazione può essere richiesta a:
EUREKA Edizioni
Associazione Culturale EUREKA
Via T. Tasso, 30 – 70033 Corato (BA)
e-mail: eureka.corato@gmail.com
rossanabucci@libero.it
oronzoliuzzi@hotmail.com
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