Piccolo gioiellino di narrativa “La stanza del presepe” di Angelo Di Liberto, che attraverso lo sguardo infantile di un ragazzino, Giovanni Falcone, non ancora giudice, non ancora martire, ma già pervicace e ostinato, ci conduce nella temperie della paura soffusa e penetrante di una Palermo attanagliata dalla mafia. Il simbolismo del presepe, il cui equilibrio del bene è minacciato dalla statuina del cattivo, è semplice ma efficacissimo. La paura e il coraggio del piccolo Giovanni sono nostri; la spada di legno che impugna ne fa un piccolo Don Chisciotte determinato e tenero. Il finale, onirico e profetico, oltrepassa la vita e la morte, verso la speranza, attraverso la memoria e la testimonianza. Da leggere.
Oltre al sonno e alla concentrazione ci sono anche altre cose che non sono state dette a nessuno.
Giornate intere che scompaiono, e brevi attimi che diventano un’eternità.
(Peter Høeg)
Giornate intere che scompaiono, e brevi attimi che diventano un’eternità.
(Peter Høeg)
sabato 7 giugno 2014
La stanza del presepe
Piccolo gioiellino di narrativa “La stanza del presepe” di Angelo Di Liberto, che attraverso lo sguardo infantile di un ragazzino, Giovanni Falcone, non ancora giudice, non ancora martire, ma già pervicace e ostinato, ci conduce nella temperie della paura soffusa e penetrante di una Palermo attanagliata dalla mafia. Il simbolismo del presepe, il cui equilibrio del bene è minacciato dalla statuina del cattivo, è semplice ma efficacissimo. La paura e il coraggio del piccolo Giovanni sono nostri; la spada di legno che impugna ne fa un piccolo Don Chisciotte determinato e tenero. Il finale, onirico e profetico, oltrepassa la vita e la morte, verso la speranza, attraverso la memoria e la testimonianza. Da leggere.
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