Giustamente
questo libro non esiste in versione cartacea.
Per
preservare la privacy del lettore può essere scaricato a notte fonda. I
bambini, la fidanzata, la mamma -o peggio, l'accademia letteraria- potrebbero
trovarlo. E cosa deve fare uno? Nasconderlo dentro una rivista pornografica?
Meglio infilarlo fra una schermata e l’altra senza lasciar tracce nella
cronologia.
E’
composto da una serie di piccole stanze nude e scarne, quadrate come piccoli
schermi, piccole gif animate.
A differenza degli haiku giapponesi, dove c'è una
sola immagine e verità svelata per ogni poesia, qui ce ne sono una decina per
riga. E’ l’effetto schizofrenico dello smanettatore internettaro o di chi ha
semplicemente dieci schermate aperte alla volta (ciò che succede per esempio in
ogni ufficio, ogni giorno, ad ogni ora, in ogni paese occidentale). Se queste
poesie utilizzano molti linguaggi inclusi il dialetto, il latino, il geek,
l'hipster e il ringard, visual basic e xojo, tutte sembrano avere il sussurro
di quelle email che propongono di allungarti il pene. Pezzato dall’anti-spam ti
propone di verticalizzare il cervello.
Questa,
lo confesso, è la mia prima esperienza col linguaggio verticale e le immagini
effettivamente sembrano acquistare velocità come precipitando. Il battito di
ciglia si chiede «L’ho visto davvero?
No, non può essere».
L'autore
a volte mi ricorda il protagonista di Fight Club, che lavorando come
proiezionista inserisce un fotogramma osceno della durata di secondo in un film
per famiglie, un secondo talmente esplicito ma talmente rapido che quelli del
pubblico si chiedono: «Ho visto quello
che ho visto? No. Impossibile». Intanto
uno s’è trovato un cazzo nell'occhio, oopps... sorry, nel cervello.
E
come nelle trame dei film a luci rosse sono assolutamente banditi il
corteggiamento, la trepida l'attesa o il due da picche, qui le parole non
perdono tempo e, rimossi alcuni ostacoli formali, piovono in faccia con
lucidità e nitidezza pornografica. Sovente vengono cancellati articoli,
preposizioni e verbi che col lettore creano un rapporto protetto, sarebbe come
vedere un preservativo in un pornazzo*. Con luce naturale e verità epidermica,
significati e significanti risuonano e illuminano l'inconscio mnemonico
del maschio contemporaneo perché
in questi versi non c’e solo l'eco di Nietzsche o della Bibbia, ma quello
ancora più potente di Lady Oscar.
Si
tratta di suggestioni istantanee, all'apparenza troppo rapide per comporre
un’emozione duratura, ma una sensazione totalizzante c’è e permea l'intera
raccolta: quella della solitudine.
Isolamento.
Prigionia.
Ora,
può essere un mio vizio quello di cercare un filo narrativo ed é forse fuori
luogo quanto cercare il corteggiamento, la trepida attesa e il due da picche in
un film porno. Sono passati un’odissea di anni da quando scrissi l’introduzione
per un libro di Lorenzo Pezzato chiamato Provincia Elettronica. Il protagonista
di Provincia Elettronica (nel caso esistesse) dopo una lunga fuga dalla civiltà
alla guida di due o tre fuoristrada e di due o tre passeggini sembrava
barricarsi in una villetta del nord-est rimanendo legato al mondo esterno con
la sua nuova connessione ad internet. Tutto ciò avveniva in un era pre-facebook
e pre-youporn. Da lì non sembra essere più uscito e lo ritroviamo, anni
pixeliani dopo, carbonizzato davanti ad uno schermo che frigge e perde
scintille.
Di
scintille son composte queste poesie.
Alberto
Rigettini
*A quanto pare è successo in
California, dove la legge che impone il condom durante le scene di sesso ha
provocato il crollo della seconda più florida industria cinematografica
mondiale, spostando il 95%, della produzione in Nevada.
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