Oltre al sonno e alla concentrazione ci sono anche altre cose che non sono state dette a nessuno.
Giornate intere che scompaiono, e brevi attimi che diventano un’eternità.

(Peter Høeg)

sabato 28 giugno 2014

Alberto Rigettini su Pornoliriche



Giustamente questo libro non esiste in versione cartacea.
Per preservare la privacy del lettore può essere scaricato a notte fonda. I bambini, la fidanzata, la mamma -o peggio, l'accademia letteraria- potrebbero trovarlo. E cosa deve fare uno? Nasconderlo dentro una rivista pornografica? Meglio infilarlo fra una schermata e l’altra senza lasciar tracce nella cronologia.
E’ composto da una serie di piccole stanze nude e scarne, quadrate come piccoli schermi, piccole gif animate.
A differenza degli haiku giapponesi, dove c'è una sola immagine e verità svelata per ogni poesia, qui ce ne sono una decina per riga. E’ l’effetto schizofrenico dello smanettatore internettaro o di chi ha semplicemente dieci schermate aperte alla volta (ciò che succede per esempio in ogni ufficio, ogni giorno, ad ogni ora, in ogni paese occidentale). Se queste poesie utilizzano molti linguaggi inclusi il dialetto, il latino, il geek, l'hipster e il ringard, visual basic e xojo, tutte sembrano avere il sussurro di quelle email che propongono di allungarti il pene. Pezzato dall’anti-spam ti propone di verticalizzare il cervello.

Questa, lo confesso, è la mia prima esperienza col linguaggio verticale e le immagini effettivamente sembrano acquistare velocità come precipitando. Il battito di ciglia si chiede «L’ho visto davvero? No, non può essere».
L'autore a volte mi ricorda il protagonista di Fight Club, che lavorando come proiezionista inserisce un fotogramma osceno della durata di secondo in un film per famiglie, un secondo talmente esplicito ma talmente rapido che quelli del pubblico si chiedono: «Ho visto quello che ho visto? No. Impossibile». Intanto uno s’è trovato un cazzo nell'occhio, oopps... sorry, nel cervello.
E come nelle trame dei film a luci rosse sono assolutamente banditi il corteggiamento, la trepida l'attesa o il due da picche, qui le parole non perdono tempo e, rimossi alcuni ostacoli formali, piovono in faccia con lucidità e nitidezza pornografica. Sovente vengono cancellati articoli, preposizioni e verbi che col lettore creano un rapporto protetto, sarebbe come vedere un preservativo in un pornazzo*. Con luce naturale e verità epidermica, significati e significanti risuonano e illuminano l'inconscio mnemonico del  maschio contemporaneo perché in questi versi non c’e solo l'eco di Nietzsche o della Bibbia, ma quello ancora più potente di Lady Oscar.
Si tratta di suggestioni istantanee, all'apparenza troppo rapide per comporre un’emozione duratura, ma una sensazione totalizzante c’è e permea l'intera raccolta: quella della solitudine.
Isolamento.
Prigionia.
Ora, può essere un mio vizio quello di cercare un filo narrativo ed é forse fuori luogo quanto cercare il corteggiamento, la trepida attesa e il due da picche in un film porno. Sono passati un’odissea di anni da quando scrissi l’introduzione per un libro di Lorenzo Pezzato chiamato Provincia Elettronica. Il protagonista di Provincia Elettronica (nel caso esistesse) dopo una lunga fuga dalla civiltà alla guida di due o tre fuoristrada e di due o tre passeggini sembrava barricarsi in una villetta del nord-est rimanendo legato al mondo esterno con la sua nuova connessione ad internet. Tutto ciò avveniva in un era pre-facebook e pre-youporn. Da lì non sembra essere più uscito e lo ritroviamo, anni pixeliani dopo, carbonizzato davanti ad uno schermo che frigge e perde scintille.
Di scintille son composte queste poesie.

Alberto Rigettini


*A quanto pare è successo in California, dove la legge che impone il condom durante le scene di sesso ha provocato il crollo della seconda più florida industria cinematografica mondiale, spostando il 95%, della produzione in Nevada.

Nessun commento:

Posta un commento