Oltre al sonno e alla concentrazione ci sono anche altre cose che non sono state dette a nessuno.
Giornate intere che scompaiono, e brevi attimi che diventano un’eternità.

(Peter Høeg)

mercoledì 1 agosto 2012

C'erano le strade e c'eravamo noi




C'erano le strade e c'eravamo noi
e le parole accendevano il futuro
Con una vecchia Ford Taunus
scalavamo salite impossibili
Il sole bruciava e spellavamo
squamati incuranti di protezioni
C'erano le strade e c'eravamo noi
che ridevamo come non finisse mai
o piangevamo come per sempre
I cani randagi ci leccavano le mani
sui muri a secco ammiccavano lucertole
con sorrisi ironici e scatti strafottenti
C'erano le strade e c'eravamo noi
sul traghetto come clandestini sul Titanic
alle spalle l'isola di raggelante fissità
Soltanto il vento a schiaffi ci salvava
ed il clangore dell'approdo e ancora
C'erano le strade e c'eravamo noi
che viaggiavamo come figli di Asimov
e potevamo respirare anche su Marte
galattici pionieri delle nostre vite
Ed eravamo amici fratelli compagni
su quelle strade che eravamo noi
Noi che ora siamo tornati sulla terra
e della terra ci strega l'odore umido
come fangoso pianto sommesso
Guardiamo l'asfalto caldo fumoso
e dalle crepe ascoltiamo il canto
delle cento lire nel juke box
di quel bar in mezzo al nulla
ballando con il fumo delle sigarette
nell'immensa certezza del respiro
sapevamo e per sempre credevamo
che c'erano le strade e c'eravamo noi




©francescorandazzo_2012



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