Waz non dorme. Sta in piedi al centro della stanza e guarda fisso la lampadina sul soffitto. Si gratta la natica destra. Il boxer fruscia come una pezza da spolvero. Spegne la luce e torna a guardare la lampadina. Pensa: - Questa è la notte, quando cerchi di vedere la luce e non c'è.
Dala finestra aperta entra un refolo di vento fresco che gli solletica i peli delle gambe. Waz riaccende la luce. Si affaccia alla finestra e guarda le finestre di fronte, nel tenue buio sussurra: - Perché non ho sonno? A che serve starmene così, sospeso tra l'essere e il non essere, in attesa di non so che, rompendomi le palle di me stesso?
Un gattaccio urla tentando d'abbrancarsi una gatta refrattaria. Ormoni felini accapigliati. Il malintenzionato scappa via. La gatta tutta inarcata e col pelo ritto, fa quattro salti isterici, poi si dilegua anche lei.
Waz ripassa mentalmente tutte le varie conformazioni di figa che ha visto nella sua vita. Allgemein. Quando ha finito, prova ad immaginare anche tutte quelle che non ha visto. Wunderbar. Si rammarica di non saper disegnare bene. Allora con gli occhi proietta sul muro di fronte tutte le sue immagini mentali. Fanno una bella luce, come un cinema notturno all'aperto. Monti di Venere carnosi, grandi, piccoli, ampi, stretti, morbidi, ispidi, e valli e colline nei rugiadosi dintorni, si susseguono tra dissolvenze incrociate e qualche effetto flou. Cuscinetti bruni, biondi, rossi, scarmigliati o pettinati, folti o radi. Labbra polpose o labbra strette, labbra che respirano serene o all'erta. Ognuna una sorpresa e una conferma. Leben. Ehrlichkeit.
E d'improvviso odore di pane caldo, profumo di brioche, un soffio d'aroma di caffè.
Waz chiude gli occhi.
Il giorno gli lambisce le palpebre come un fastidio ripetuto.
Dala finestra aperta entra un refolo di vento fresco che gli solletica i peli delle gambe. Waz riaccende la luce. Si affaccia alla finestra e guarda le finestre di fronte, nel tenue buio sussurra: - Perché non ho sonno? A che serve starmene così, sospeso tra l'essere e il non essere, in attesa di non so che, rompendomi le palle di me stesso?
Un gattaccio urla tentando d'abbrancarsi una gatta refrattaria. Ormoni felini accapigliati. Il malintenzionato scappa via. La gatta tutta inarcata e col pelo ritto, fa quattro salti isterici, poi si dilegua anche lei.
Waz ripassa mentalmente tutte le varie conformazioni di figa che ha visto nella sua vita. Allgemein. Quando ha finito, prova ad immaginare anche tutte quelle che non ha visto. Wunderbar. Si rammarica di non saper disegnare bene. Allora con gli occhi proietta sul muro di fronte tutte le sue immagini mentali. Fanno una bella luce, come un cinema notturno all'aperto. Monti di Venere carnosi, grandi, piccoli, ampi, stretti, morbidi, ispidi, e valli e colline nei rugiadosi dintorni, si susseguono tra dissolvenze incrociate e qualche effetto flou. Cuscinetti bruni, biondi, rossi, scarmigliati o pettinati, folti o radi. Labbra polpose o labbra strette, labbra che respirano serene o all'erta. Ognuna una sorpresa e una conferma. Leben. Ehrlichkeit.
E d'improvviso odore di pane caldo, profumo di brioche, un soffio d'aroma di caffè.
Waz chiude gli occhi.
Il giorno gli lambisce le palpebre come un fastidio ripetuto.
©francescorandazzo - 2008
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