Oltre al sonno e alla concentrazione ci sono anche altre cose che non sono state dette a nessuno.
Giornate intere che scompaiono, e brevi attimi che diventano un’eternità.

(Peter Høeg)

giovedì 14 agosto 2008

Waz (2)

Waz sotto il sole, coperto dal suo cappellino floscio, cuoce e sulla guancia il trigemino s'infiamma, colpa dell'alveolite bastarda. Alla fermata del tram, aspetta. Beve cocacola ghiacciata. Fanculo, brucia ma almeno raffredda. Quando finalmente passa il tram, Waz decide di non prenderlo. Attraversa il binario, alla fermata opposta, andrà in un'altra direzione. Forse.
Decide di andare a piedi. Duecento metri avanti, fino a quella zona d'ombra dove un cassonetto dell'immondizia rigurgita rifiuti indifferenziati, puzzolenti come cani morti bolliti. Waz respira. Resiste. Respira ancora. Apre le braccia e inala, le chiude e sbuffa. Di più, di più, di più. Sta sudando come una cipolla marcia. Sta per crollare, ma continua e per darsi forza comincia a saltare. Salta, apre le braccia, inspira. Va giù, chiude le braccia, sbuffa.
Quando la pattuglia di polizia s'accosta lui non se n'accorge. Un poliziotto si sporge dal finestrino e gli chiede: - Cosa sta facendo davanti a quel cassonetto?
E Waz, continuando a saltare: - Quale cassonetto?
Il poliziotto storce la bocca: - Quello dietro di lei.
Waz, salta e gira, salta e gira: - Ah, quello. Non l'avevo visto.
Il poliziotto, comincia a sentire la puzza, quella del cassonetto e quella di Waz, zuppo di sudore: - Non avrà intenzione di frugare dentro al cassonetto, vero?
Waz, salta e ride: - Ma sta scherzando, fossi matto! Ho un sacco di soldi in banca, sa?
Il poliziotto si volta verso il collega e gli borbotta qualcosa, l'auto si muove. Mentre l'auto comincia a muoversi il poliziotto grida: - Stia attento a quello che fa! Potremmo arrestarla!
Waz salta e fa ciao con la mano.
Quando la pattuglia è lontana Waz si ferma. Aspetta ancora qualche secondo, l'auto svolta e scompare. Waz si fionda sul cassonetto, lo apre, fruga, acchiappa un sacchetto ben gonfio e scappa via. Veloce, veloce, corri, corri. Gli sembra di sentire una sirena. Uau uau uau uau uau! Uau che figata, pensa. Svolta per una traversa, nella mano stringe il sacchetto. Lo fa roteare. Lo lancia in alto, lo riprende. Lo lancia in alto, lo riprende. Al settimo lancio, sbaglia la presa e tutto si spiaccica in terra. Botto, schizzi, schifezze sparse. Waz guarda il marciapiede. Sembra un Pollock.
Waz abbaia ad un cagnolino che è spuntato dall'altra parte della strada. Il bastardino drizza le orecchie, oscilla la testina da un lato e dall'altro, poi s'avvicina guardingo a Waz. Il cane, la spazzatura, Waz. Il cane piscia sui rifiuti. Il polistirolo di un contenitore per carni fa: ptunk-ptunk-ptunk-ptunk-ptunk-nk-nk!
Quando ha finito il cane annusa un po' intorno, poi se ne va. Waz lo segue.

©francescorandazzo - 2008


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