Oltre al sonno e alla concentrazione ci sono anche altre cose che non sono state dette a nessuno.
Giornate intere che scompaiono, e brevi attimi che diventano un’eternità.

(Peter Høeg)

lunedì 12 settembre 2016

"Chi non sogna un futuro radioso?" di Mauro Mirci


Una statua. Un soldato seduto con fucile e pallone. Questo vede Lorenzo Nullo in cortile, il primo giorno di lavoro al municipio di Petra Gerace. Non immagina che lo scultore, Michelangelo Scarso, sia anche poeta, pittore naïf e ostinato speculatore edilizio. Le loro vite si incrociano anni dopo: c’è da lottizzare il podere del Gerbinello. L’affare interessa lo stesso Scarso, ma anche il preoccupante Vincenzo Neri e il suo anziano padrino. Lorenzo Nullo è adesso un funzionario privo di scrupoli e sempre compiacente verso il potere. Cinico e spregiudicato fuori dalle mura domestiche, in casa è però oppresso dalla madre e dalle sue sorelle. Tutte vedove. Perché, si vocifera, i mariti hanno preferito morire giovani piuttosto che averci a che fare nella vecchiaia.
Ma nel tran-tran quotidiano di Lorenzo, fatto di tradimenti, episodi boccacceschi, soperchierie e mazzette, s’insinua un imprevisto: il ritrovamento in Russia del primo marito di nonna Carmela, morto durante la Seconda Guerra Mondiale.
Un meccanismo narrativo ben oliato. Un romanzo ironico e disincantato sul marcio e il malaffare dei cosiddetti “colletti bianchi”.


NullaDie, piccola editrice di qualità, radicata in Sicilia, ma ben proiettata nel panorama nazionale, ha pubblicato il romanzo di Mauro Mirci, “Chi non sogna un futuro radioso?”. L'autore approda al romanzo dopo alcune felici uscite editoriali, prevalentemente con racconti pregevolissimi, a volte fulminanti. Qui il respiro si allarga e nell'espansione letteraria si realizza una storia a scatole cinesi che contengono altre storie, attraversate direttamente o indirettamente dal protagonista, con uno stile che intriga il lettore e lo conduce quasi a perdersi, mentre la lettura scorre piacevolmente e spesso con tono divertente, nei meandri scuri della condiscendenza al sistema di relazioni falsate e corrotte, della vita di tutti i giorni. È una sorta di “resistibile ascesa” del protagonista nell'intrigo, nella corruzione, nel mammismo auto compiaciuto, nell'essere perfettamente mimetizzato e anzi manipolatore di una realtà che va usata, fin dalle piccole azioni quotidiane, per il proprio vantaggio, nel compromesso continuo, nell'illecito che da piccola infrazione, diventa sempre più grande, fino a incastonarsi perfettamente nel sistema del malaffare, con la meschina giustificazione che tanto, lo fanno tutti e se vuoi vivere bene devi farlo anche tu. 
Ascesa e caduta di un piccolo furbo, anche simpatico (qui l'autore è abilissimo a suscitare un'iniziale empatia col personaggio), che diviene specchio della società e dei suoi opportunisti camaleonti. La Sicilia è lo sfondo e l'ambiente perfetto, ma si proietta e sviluppa con sottile maestria, fino a diventare una impietosa stimmate del costume nazionale, sorridente, simpatico, infido, corrotto.
Da leggere, anche perché, mai la penna dell'autore, si compiace di stereotipi e ammiccamenti che spesso fanno da filtro falsificante nella produzione letteraria siciliana, mai tenta di cavalcare il mainstream della cartolina patinata e precompilata.


Francesco Randazzo



Storia di un impiegato e di una salma
  • Copertina flessibile: 288 pagine
  • Editore: Nulla Die (1 gennaio 2016)
  • Collana: Lego parva res. I romanzi Nulla die
  • Lingua: Italiano
  • ISBN-10: 8869150534
  • ISBN-13: 978-8869150531

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