Buio pesto.
«Solitudine
ovvero radice quadrata della mia accettazione degli altri.
Mia e basta ego
mei mihi me me. Meme.
Tentavo di
differenziarmi. L’ho capito.
Sono solo. Io.
Non solitario.
Io.
Solitudine è
quanto più vicino a dio, qualunque cosa sia dio» tuono, la volta trasecolò illuminandosi in breve, solcata da
saette.
«Niente da fare
e pertinacia gioverebbe zero.
Contro il
viluppo omogeneo sono solo. Io.
Raziocinarci a
che pro se il necessario non ha cervello.
Quanto ho
capito!
Sono reo mamma.
Per te la laurea lallazione ridondata.
Detenzione/consumo
di sapere, fine pena mai.
Ti sei chiuso
-dice- sterile a te stante.
Uomo sterile sta
a #unacertaidea quanto aspirina scaduta a farmaco salvavita.
Figurarsi un
figlio. IL.»
«IL la fa
facile.
La fai facile.
Tu.
Invento per le
vicine.
IL mai visto con
LA. IL+altroIL penserebbero altrimenti» tinnirono bronzi in dolby per il rito
ore 11. »
«Ecco.
Skrollarmi e
alla Kafka essere lombrico [brulicare di lombrichi, loro contorcersi] creatura
lungi da oggi.
Umido lombrico
in umido humus.
Che molto mi
dipinge.
In biblioteca
[GoogleHearth zoomata per il dove] a caccia random tra scaffali fu colpo
d’occhio.
Solitaria
vita del lombrico. Titulus amoenus.
Così ha avuto
inizio.
Chimerico
opinare il fatto che gruppo di lombrichi [folla aggrovigliata] abiti extra un
vasetto per le esche.
La tangenza
Solo-Solitario è diaframmatica. Un paio di pixel at max.
Urgeva
approfondimento dirimente.
Aut-aut.
O lombrico
quindi solitario. O Io quindi solo.
Chissà quale
sarà il verso a senso della similitudine. Pensavo.
Poteva anche o
lombrico quindi solo o Io quindi solitario.
Solitario è
forma di degrado. Degenerazione. Non c’è nettezza. Ho pensato.
Solo è manifesta
purezza.
Distacco dal
Classico con maiuscola. Recidere tradizione ombelicale, bisturi prego. Sul
tavolo autoptico non vale menzogna: l’attualità perenne [del Classico] è
problema di conformità. In rima. Problema di parmigiano su ogni piatto di
pasta. Viva l’Italia.
La solitaria
vita del lombrico sarà tutto men che
Classico, altro perché mi ha incuriosito [ad honore degli A(dot) Pizzuto e
Zanzotto e prossimi venturi].
Un solitario
collauda nessi tra sé e gli altri. Tra Uno e la comunità circo-stante. Metti
Fb.
Invece aiuto! Da
solo è scappato il leone! Tornò alla vita.
Vita Intelligente.
Artificiale. Intelligenza Artificiale AI.
Ecosistemi
binari [0;1 e viceversa] chi preda chi fugge. Tutti si riprodurranno a seconda.
Individui
intenti a permanenza oltre mezzanotte in solco di schemi logici condivisi
[quandanche non –bili]. Perfino alcuni ho riconosciuto proprio miei.
Poi di
pomeriggio in data Y incespico in sito curioso. Tratta di uccelli [not gayXXX]
in stormi triangolari. Il come fanno a.
Sanno di
geometrie?
Quiz banale
stuzzica il q.i. [verdi prati cieli azzurri volo di rondini in silente
paesaggio d’alta montagna bazzicato da marmotte ed eremita].
Un attimo.
Sì: Archimede di
Siracusa allora era un pellicano. Divertente ma pericoloso.
No: freeclimbing
a nudo su vetro a specchio fresco di fabbrica.
Uno scienziato
USA [ma va’?] ha riprodotto il fenomeno a mezzo algoritmo. Vedo sul Mac
uccelloidi in stormo dribblano ostacoli e si ricompongono a triangolo.
Fenomeni
emergenti.
Cioè quando
l’incontro di molte piccole in-capacità genera una grande capacità [su uno
schermo loghi di Twitter, Facebook, LinkedIn, Quora, et cetera si sovrappongono
fino ad immagine confusa-caotica-indeterminata].
Anche gli umani
saprebbero. Quando sarà meno oscuro il nucleo della voce condividere [to share].
Alcun uccello
dunque intuisce altro che evitare di collidere. Adeguando
posizione/vicinanza/velocità proprie alle altrui.
Fatica a capire
come gli insulsi gabbiani riescano a fare qualcosa che nessuno tra loro sa.
D’emblèe fattibile solo perché
volano assieme.
Tre uccelli in
formazione in realtà volano in quattro. Il quarto è forma triangolare latente.
Presenza astratta in attesa di emersione.
E di più.
Lo stormo è
leaderless. Ogni re è suddito. Ogni suddito regnante. Impone cambi di direzione
e di altrettanti è succube. Arbitrio libertino. Ma.
Il singolo
irretito in trama di relazioni forti [ping back] si limita a contatto con alius
[anche con alias nicks o avatar]. La trama mette un freno a mano alla
difformità [not normal].
È preciso il
profilo del sistema democratico. Cristo!
{Appunto in
calce: non attuare il libero arbitrio da considerarsi reato penale}
Il Taglione al
contrario. Non faccio a te se tu non fai a me.
Voglio indietro
la responsabilità. Io. Mia piena.
Orientare lo
stormo intero può definire una dimensione di libertà? Una mossa. Pensavo.
Sarei libero se
la mia croce sulla scheda fosse l’ultima in capitolo? Decisiva al risultato
democratico in meccanismo bipolare? Pensavo.
No.
Bel vestito ma
stretto di spalla e fianco.»
«Che vuoi
saperne tu di vestiti?
Di spalle e
fianchi poi [ghigna la madre].»
«Freudiano.
Lombrichi+uccelloidi.
L’uccello mangia il lombrico.
Ma allora anche
l’oroscopo.
Bello il destino
cui delegare. Distillato di principio democratico [invecchiato XXI secoli].
Spento il pc
sono uscito. Tra la gente che vuole esserci. Partecipare ad altrove via
commento [nella vita reale borghese ben
vestito].
Differenziazione
tramite specificazione di appartenenza et contemporanea sottrazione
dall’insieme cui appartenenza riferisce. Operazione n-1 che destruttura il comune
per ricavarne il singolare.
Troppo
difficile? Avrei detto a chi.
Immagina il
tavolo spolverato di stuzzicadenti identici. La mano ne pesca uno a caso [uno
per tutti tutti per uno facciamo rete]. Diverso per essere in quella mano. Tale
qual è. Alcuna pulsione viene dallo stuzzicadenti. Soggettività derivata
dall’appartenenza a una omogeneità.
Non sono
previsti spazi di solitudine.
Perciò sono
solo. Io.»
«Non sarai mai
solo.
Avrai sempre
mamma qui vicino.»
«Solitudine per
fuggire l’omologazione [la madre ne farebbe questione biologica: come osi
rinnegarmi??].
Non essere
costretti a volo di stormo.
Individuo è
entità. Individualismo un atteggiamento.
Individuo
responsabile è soggetto. Il soggetto regge la frase. Giusto?
Non c’è
alternativa alla cultura. Al limite sganciata da B52 in quota.»
«Paroloni!
Stupidaggini che
riempiono il cervello di chiacchiere!
Pensa a farti
una famiglia» tuono, la volta trasecolò illuminandosi again, solcata da saette.
«A proposito. Da
quando ho letto sui lombrichi li ho aggiunti [not as friends] alla cerchia dei
caduti in guerre.
Un’esplosione
lascia a terra un cratere novextre. Che strage subhumum ma chissene.
È pur vero che
tagliato a metà un lombrico è buono a rigenerare le parti. Farsi due lombrichi
diversi. Difficile facendolo scoppiare.
Passi per la
lucertola cui ricresce la coda. Ma tagliato a metà se ne vada ancora in giro
come niente. Anzi. Duplichi dando vita ad altro individuo diverso da sé.
Oltretutto competitore in #unacertaidea di mercato.
L’umido lombrico
detiene primitiva coscienza dell’altro. Diverso da sé. L’ha disponibile a
priori. Rispetterà l’altro perché d’improvviso l’altro potrebbe essere se ipse.
Carne da carne.
Niente quindi
dice più del semplice IO. Volendo.
Il lombrico
umido è ermafrodita imperfetto non autosuff. con ambo i genitali ma impedito ad
autofecondarsi. Fuck! Curioso. Due si abboccano reciproci necessari, paio di
spritz arbitrando a dadi l’indossare pantaloni.
Tra i lombrichi
nessuno ha mai detto di parità o quote rosa. Garantito.
Potessero gli
umani.
[Highlight:
Panico in Confindustria, maggioranza operai femmina, produzione ferma causa
maternità].
In fondo
convergiamo all’androgino. In vezzo prettamente estetico al momento. Sfilano
donnuomini al Pitti. Psichiatri/romanzieri montano fulgidi curricola su conflitti
fra generi. Di maschi che odiano le donne.»
«Questa è bella!
IL che parla
delle donne!»
«I lombrichi non
ciarlano di questo. Nemmeno chattano.
Le rare volte in
cui si incontrano [umidi, in cunicoli intersecantisi] il ruolo è inutile.
Spogli d’accessori
XY o XX altro non possono che essere sé stessi. Non tali quali sono (dato il tale indeterminato). Un lombrico è sé a monte del suo
essere com’è.
Roba complicata.
Tanta.
All’opposto per
noi [alberi genealogici ramificano all’impazzata] essere come si è finisce per
farsi alibi di individualismi esasperati. Di massa.
Di branco.
Il paddock a
relazioni ferme/continue manca di solitudine. E-muli si contagiano peer-to-peer
downlodando stessi files.
Un lombrico
invece non conosce emulazione. No [con enfasi paramistica]. Opta motu proprio
la strada. Ne va della sua stessa vita.
Un lombrico
solca fango per sfamarsi not for fun.
Il secondo user
del tunnel troverà terriccio sterile. Hennè senza principi attivi. Ne morrà.
L’e-mulazione è
antitetica alla solitudine [alcuni Alleluia! risuonarono].
Ovvio più comoda
ed economica.
Dice bene mamma.
Non sarò mai solo. Nessuno.
Neanche a
livello di scombinato ammasso cellulare nel ventre di femmina gravida. Già lì
immagine 3D [ancora scevra di somiglianze].
C’è foll(i)a per
strada, vede? Appare di tanto.
Comunque.
Sarebbe diverso
non fossimo mammiferi. Forse. Proteggersi col guscio d’un uovo isolato dal
mondo. Non connesso. Al posto di farselo post partum.
I lombrichi
schifano la comunità. Inconsapevoli per-formano una rete perfetta. Aperta. Una
creative-commons society in cui le info altrui non condizionano.
Anche questo è
perché sono solo. Io.
Mai immobile.
Due volte nello stesso letto.
Rest
in-condizionato. Piuttosto. Io.
Padre.
Non sono qui per
confessare delitto d’immobilità. Da infedele ho confessato tutto ex ante.
C’è foll(i)a per
strada, vede? Appare di tanto.
Un lombrico. Io.
Capisce Padre?
Sarei un
lombrico» rituonò la volta della chiesa. Beretta serie 80.
Il parroco
transustanziato nell’urlo di Munch. Afono. Fissava il cadavere.
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