Oltre al sonno e alla concentrazione ci sono anche altre cose che non sono state dette a nessuno.
Giornate intere che scompaiono, e brevi attimi che diventano un’eternità.

(Peter Høeg)

giovedì 27 febbraio 2014

Ibn Hamdis




Ammuzzicai 'na petra dura 'n vucca, 
ammanzai 'n cavaddu sarvagghiu assai.

E chi! Fici picca viaggiu allura 
ca nun furriai tuttu lu munnu paru?

Campai furriannu fora d'umanità, 
privu di piaciri, tuttu sfardai!

Passai li notti mungennu spati 
'nveci di minni beddi di caruse.

Tutt'acciaccatu comu avissi i denti 
era lu ferru miu pi lu pugnari.

Giuvini, fui svertu comu a ddu ferru
 e di chistu campai. Nunn'è 'n misteri?

Ju m'arruvillai ccu la spata
comu Musè fici ccu li virghi!

Ti pari ca mi scordu? Ju sempri
m'arrivoddu di li tempi niuri
e di lu tradimentu di l'amicu.

Era di razza para a chidda mia, 
criscìu comu a mia ma fu diversu.

Quant'erve sannu amari 
sippùru 'i nutricàu 
l'aruci acqua de' néuli.





(da "Il Sogno di Hamdis", © 1993, traduzione e adattamento 
di Francesco Randazzo del canzoniere di Ibn Hamdis)



martedì 4 febbraio 2014

Picciridda stidda di Francesco Randazzo (libro)





Liberamente ispirato alla storia della bambina palermitana morta nel 1920, divenendo l'ospite più illustre della cripta dei Cappuccini, per il misterioso e stupefacente lavoro di imbalsamazione che l'ha mantenuta intatta e rosea come una piccola dormiente. Il monologo di Francesco Randazzo, immagina che l'anima della bambina, intrappolata nel corpo dal processo chimico d'imbalsamazione, cerchi di fuggire, interpellando chi la guarda ma non può vederla, ripercorrendo la propria storia, cercando ancora i genitori, tra cantilene infantili e grida disperate, prigioniera innocente che intenerisce e sgomenta.



Picciridda stidda
di Francesco Randazzo
ISBN 9781291732627
Ozarzand Studio Press




lunedì 3 febbraio 2014

Teen Space. Sviluppa l'incipit (ITC Carlo Matteucci-Roma)

Il traditore

di Martina De Monte
Michela Monti
Giulia Turco
Francesca Valente

Alessandro Fontana,  Il traditore


Una mattina Gregorio Samsa, destandosi da sogni inquieti, si trovò mutato in un insetto mostruoso. (Franz Kafka, La metamorfosi). 


«Sono io?» disse guardandosi allo specchio, «non ci credo». Si chinò appoggiandosi al lavandino, le mani ancora raggrinzite dal freddo. Alzò di nuovo lo sguardo, scosse la testa: «No, non può essere». Tornò nella sua stanza ancora incredulo, passò le dita sulla macchia di rossetto rosso che aveva sulla maglietta. Non ricordava molto della notte passata: la sua unica sicurezza era quella di aver tradito la moglie con la sua migliore amica, Sara. «Non posso averlo fatto davvero, mi sento un verme, un piccolo insetto» pensò tra sé.
Gregorio e sua moglie Anna non vivevano insieme da ormai due anni: lei si era trasferita in un appartamento più vicino al suo lavoro, ma questo non aveva mai compromesso il loro rapporto fino ad ora. «Sara, Sara ci sei?» urlò Gregorio. Evidentemente se n’era andata. Guardò la sveglia: era ferma alle 5 di mattina, chissà perché. Controllò l’orologio: le 6.30. «Farò tardi a lavoro». Prese le sue cose e si apprestò a recarsi nel suo ufficio in centro. Solo dopo aver fatto pochi passi si accorse di aver dimenticato il cellulare a casa; guardò in ogni angolo e non ce n’era traccia. Decise di farlo squillare: un suono ovattato si levò nell’aria, proveniva sicuramente dalla cantina. Gregorio non ricordava di esserci sceso il giorno prima, ma andò a controllare lo stesso. Lungo le scale intravide delle strisce di sangue sugli scalini di legno, come se una persona avesse provato ad opporre resistenza a qualcosa o a qualcuno. Proseguendo nel buio avvertì un forte odore provenire dall’angolo più remoto, accese la luce, svenne. Riprese i sensi due ore più tardi: la sua vista era ancora annebbiata. Davanti a sé un corpo femminile giaceva senza vita sul pavimento: Sara. «Oh mio Dio!» singhiozzò urlando disperatamente.
Uno sparo, poi un altro.
Sempre più spaventato si girò: Anna era davanti a lui, continuava a sparare colpi di pistola sul soffitto, sembrava essere uscita di senno.
«Anna, sei impazzita?! Cosa stai cercando di fare? Hai ucciso tu Sara?».
«Sì, non c’è da meravigliarsi. E come lei, ora farò fuori anche te, piccolo insetto mostruoso. Pensi che io sia stupida? Che non mi sarei accorta del tuo sporco tradimento?».
«Anna… Scusami, davvero». «Troppo tardi tesoro, addio».
La donna lo guardò con aria di sfida e di rabbia.
L’ennesimo sparo, e un altro corpo cadde a terra.


La giuria del Concorso di narrativa "Sviluppa l'incipit 2014" (I edizione), composta dai professori Iacorossi, Pallotta, Sclafani e Tenaglia dell'ITC Carlo Matteucci di Roma, ha assegnato il primo premio al racconto Il traditore, di Martina De Monte, Michela Monti, Giulia Turco e Francesca Valente.

sabato 1 febbraio 2014

Nel giallo zanna del presagio



Se si potesse essere quel che siamo stati
neppure ricordando pur sempre ignari
Nel barlume delle strade assonnate
sotto la pioggia che morde l'ansia
avremmo invece sussulti e salti
correndo nel sentire acqua e sangue
come un unico impeto senza fine

E sotto il riflesso del lampione
nel giallo zanna del presagio
intravedremmo quel che siamo oggi
così infradiciati dal fango del tempo
spossati dall'esistere ormai lungo
col cuore giovane ignaro fendente

Ma la gioiosa corsa avrebbe il sopravvento

Ancora ancora ancora e poi mai più




 © francescorandazzo2014