Oltre al sonno e alla concentrazione ci sono anche altre cose che non sono state dette a nessuno.
Giornate intere che scompaiono, e brevi attimi che diventano un’eternità.

(Peter Høeg)

giovedì 21 giugno 2012

Gualberto Alvino: *La parola verticale*, Loffredo editore 2012

Dalla quarta di copertina:
Con ricognizioni linguistico-stilistiche a largo spettro, Gualberto Alvino affronta l’opera di outsider d’eccezionale competenza linguistica come Antonio Pizzuto, Vincenzo Consolo e Gesualdo Bufalino, «i quali – spiega l’Autore nella Premessa – non penne brandendo ma acutissimi specilli (donde il titolo di questa silloge), lavorano al trivio fra prosa, poesia e speculazione lato sensu filosofica, mirando alla rifondazione dell’arte narrativa in direzione antagonistica e di ricerca, ergo trasformando in capitale questione stilistica ogni minimo dettaglio del loro operare». «Colpiti a vario titolo e in diversa misura da imputazioni di ermetismo o di artificiosità, i tre scrittori sono strenuamente difesi dal critico per mezzo del più affilato strumento di investigazione, argomentazione e prova di cui si possa disporre: l’ermeneutica testuale, ossia la spiegazione dei significati e dei valori nascosti sotto il velame di ambigue o anomale opzioni linguistiche, interpretate quindi come stimolanti sfide all’intelligenza e alla sensibilità del lettore» (dalla Prefazione di Pietro Trifone). Filologo e critico letterario, Gualberto Alvino si è dedicato con particolare attenzione agli ‘irregolari’ della letteratura italiana contemporanea: oltre a Consolo e Bufalino, Nanni Balestrini (di cui nel 2008 ha curato la raccolta poetica Sconnessioni), Sandro Sinigaglia (Peccati di lingua, 2009) e Antonio Pizzuto, del quale ha pubblicato in edizione critica Giunte e virgole, Spegnere le caldaie, Ultime e Penultime, Si riparano bambole, Pagelle e i carteggi con Giovanni Nencioni, Margaret e Gianfranco Contini.

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