Oltre al sonno e alla concentrazione ci sono anche altre cose che non sono state dette a nessuno.
Giornate intere che scompaiono, e brevi attimi che diventano un’eternità.

(Peter Høeg)

lunedì 4 febbraio 2019

Sotto l’effetto del “Captorix”




“Serotonina” di Michel Houellebecq
La Nave di Teseo 




Flebile romanzo del grande scrittore, zampate qua e là, graffianti ma stanchissime. Sembra scritto sotto l’effetto del “Captorix” assunto dal protagonista, produce una serotonina ossimorica che non da felicità e per di più rende impotenti. Quindi che resta? 

De toute évidence: lasciarsi andare e morire.




Lontanissimo da “Estensione del dominio della lotta” che resta la vetta dello scrittore, molto meno cinico e politicamente scorretto di “Sottomissione”, il racconto si snoda attraverso una nebbia di indifferenza, persino atarassia, funzionale e ontologica, noiosamente depressiva, riuscendo a indebolire anche scene e personaggi di tragica potenza, che però non deflagrano mai. Ma forse era questo lo scopo di Houellebecq, drogarci di Captorix come il suo protagonista, annegarci nel suo nichilismo languidamente autodistruttivo, trascinarci morbosamente in una letteraria impotenza masturbatoria, vendicarsi di tutti e tutto con un bestseller tutto sommato dimenticabile, alla faccia de “L’Uomo senza qualità” di Musil, troppo lungo e complesso per quest’epoca di lettori mainstream.




Chapeau, Monsieur Houellebecq, comunque lei si conferma un genio.








Francesco Randazzo - 2019





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