Ora l'estate del
nostro tormento
è resa inferno da
questo sole di fuoco,
e tutte le nuvole
che incombevano pietose
sulla nostra casa
sono evaporate rapide
nell'arso cielo. Ora
le nostre fronti sono cinte
di ghirlande di
sudore, le nostre mutande zuppe appese
come trofei, le
nostre liete passeggiate mutate in braci,
le nostre deliziose
danze in tremende marce.
L'estate dal volto
grifagno ha spianato i sessi corrugati,
e ora invece di
montare come destrieri corazzati,
saltelliamo
impauriti sotto le docce fredde, mentre
le signore coi
ventagli sventolano sul liuto,
ma io che non fui
fatto per tali caldi draghi
io che sono di
stampo trasudante m'accascio
e sul pavimento
resto boccheggiante,
io che sono privo
dell'aria condizionata,
mi deformo,
smarmellato, in questo mondo
che non respira, per
l'afa che fa, son storpio
e pure i cani
m'abbaiano contro quando zoppico al bagno,
ebbene io, in questo
vacanziero tempo feroce,
non ho altro piacere
con cui passare il tempo se non
quello di spiare la
mia ombra nel sole ed essudare
la mia difformità.
Perciò non potendo
fare vacanze
per occupare questi
giorni bastardi e ardenti, sono
deciso a dimostrarmi
una canaglia e a odiare gli oziosi
osannatori delle
spiagge, ho teso trappole, ho scritto
invettive sulle
porte dei bus, con sproloqui da ubriaco,
e spingerò tutti a
odiarsi mortalmente,
e se questo non è
giusto, me ne frego, io sono astuto,
accaldato e
trasudante, oggi quello del meteo sarà
licenziato, nessuno
uscirà di casa e tutti berremo molto.
Tuffatevi miei
pensieri nella tazza del cesso. Ecco, doccia.
©francescorandazzo2015
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