Oltre al sonno e alla concentrazione ci sono anche altre cose che non sono state dette a nessuno.
Giornate intere che scompaiono, e brevi attimi che diventano un’eternità.

(Peter Høeg)

giovedì 13 dicembre 2012

Silvio, rimembri ancora



Silvio, rimembri ancora
quel tempo della tua vita immorale,
quando la topa splendea
agli occhi tuoi lubrichi e porcellini,
e tu, lieto e sudato, illimitato
la gioventù assalivi?

Trombavi nelle inquiete
stanze, e le troie d'intorno,
al tuo perpetuo canto,
allor che all'orge femminili intento
ti davi, assai contento
di quel vago venir che in mente avevi.
Era il pelo odoroso: e tu solevi
così menare il ciurlo.

E i corrotti leggiadri
talor lasciando le truccate carte,
ove il tempo lor infimo
e di mazzette si spendea la miglior parte,
d'in su i veroni del papito ostello
porgean i voti al suon della tua voce,
ed alla man veloce
che percorrea la faticosa sega.
Mirava il ciel sereno,
le fighe dorate e gli orchi,
e quinci il viagra da lungi, e quindi la monta.
Lingua mortal suppliva
quel che s'alzava poco.

Che passere soavi,
che speranze, che culi, o Silvio mio!
Quale allor ci apparia
la vita umana e il fato!
Quando sovviemmi di cotanto sperme,
un affetto mi preme
acerbo e sconsolato,
e tornami a doler di tua sventura.
O natura, o natura,
perché non rendi poi
quel che prometti allor? Perché di tanto
inganni i silvi tuoi?

Tu dopo ben venti inariditi verni,
da chiuso Monti combattuto e vinto,
rincoglionivi, o tenerello. E già vedevi
disfatti gli anni tuoi;
non ti molceva il core
la dolce topa or dalle rubizze clito,
or degli sguardi allupati e schifi;
né teco le olgettine ai dì festivi
trastullavan d'amore.

Anche perì e non poco
la speranza tua dolce: agli anni tuoi
anche negaro i fati
la eternitezza. Ahi come,
come passato sei,
caro anfitrione dell'età minore,
lor strapagata speme!
Questo è quel mondo? Questi
i diletti, l'amor, l'orge, le pompe
onde cotanto trombeggiaste insieme?
Questa la sorte d'infoiate genti?
All'apparir del Vero
tu, misero, cadesti: e con la mano
la fredda minchia ed un poter perduto
rimpiangevi di lontano.


(da "Zabaione e Canti" di Giacomo Leopippiè)




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