Oltre al sonno e alla concentrazione ci sono anche altre cose che non sono state dette a nessuno.
Giornate intere che scompaiono, e brevi attimi che diventano un’eternità.
(Peter Høeg)
Giornate intere che scompaiono, e brevi attimi che diventano un’eternità.
(Peter Høeg)
mercoledì 25 marzo 2009
"Bertrand s'amuse" concerto poetico
Martedì 21 aprile 2009 alle ore 20,30 al Teatro Palladium di Roma
Il Progetto “Bertrand s’amuse” nasce dalla pubblicazione di un quaderno di testi poetici e in prosa, “Toboga”, di Regina Franceschini Mutini, edito a Roma dalla Casa Editrice La città e le stelle.
La prima parte di questo scritto, diciassette poesie, è stata messa in musica dal compositore e esecutore al pianoforte Gianluca Pezzino e cantata dall’attore - cantante Gianni De Feo. La seconda parte, un monologo in prosa poetica “Liane”, recitata sempre da De Feo è stata sonorizzata con una partitura dal titolo “Madri”, dal sound design Mirco Mencacci.
sabato 21 marzo 2009
«PER IL BENE DI TUTTI» anteprima a Montrabé, Francia
Des personnes normales, dans un village normal à la frontière. De l'autre côté les autres : dangereux par définition. Des hommes, eux aussi, mais différents, étrangers. Et donc étranges. Le village s'organise, les gens forment une minuscule milice «anti-immigrés». Des rondes nocturnes se font le long du fleuve qui marque la frontière. Il ne faut pas les laisser envahir le village, le pays. Mais l'un d'entre eux réussira à passer et sera capturé. Et un problème se pose: qu'est-ce qu'il faut faire?
La pièce de F. Randazzo, par une écriture libre de toute règle de ponctuation qui laisse place à l'interprétation, où les didascalies marquent les pauses et les silences comme dans une partition musicale, traite un sujet de la plus grande actualité dans une Italie qui ouvre ses portes à une forte immigration.
La pièce de F. Randazzo, par une écriture libre de toute règle de ponctuation qui laisse place à l'interprétation, où les didascalies marquent les pauses et les silences comme dans une partition musicale, traite un sujet de la plus grande actualité dans une Italie qui ouvre ses portes à une forte immigration.
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venerdì 20 marzo 2009
"Malpelo e Iqbal" al Teatro L'Orangerie di Roma
dal 25 al 29 marzo 2009
ROMA, L’Orangerie - Teatro dell’Accademia
Via Alessandro Volta, 41/A (Testaccio)
dal martedì al sabato h 21; domenica h 17.30
THEATRON - Rassegna di Teatro Civile e della Memoria
Malpelo e Iqbal
Via Alessandro Volta, 41/A (Testaccio)
dal martedì al sabato h 21; domenica h 17.30
THEATRON - Rassegna di Teatro Civile e della Memoria
Malpelo e Iqbal
idea drammaturgica e testo Francesco Randazzo
regia Junio Ambrogio
coreo-regia Dario La Ferla
con Junio Ambrogio, Thoni Sorano e Fabio Garau
musiche Thoni Sorano
In Malpelo e Iqbal racconto e cronaca, sogno e realtà si fondono, testimoniando che il teatro come forma d’arte si rivolge sempre a un pubblico parte integrante della comunità per cui la dimensione sociale è carattere imprescindibile. In realtà le due storie sono una sola storia, che non appartiene a un solo luogo o a un solo momento, ma che si fonda su una perentoria necessità di lotta allo sfruttamento del lavoro minorile, una delle più gravi vergogne dell’umanità.
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giovedì 5 marzo 2009
Notte scura
Scorre scorre la notte scura
lungo le strade dentro ai portoni
Lunga come lingua avvolge
le automobili e le scarpe dei barboni
Racchiude dentro la sua lenta saliva
il sonno dei dormienti
la veglia degli insonni
Scorre scorre la notte scura
sui corpi delle cose
trasforma il colore degli uomini
e fa del loro respiro
nostalgia della luce
Scorre scorre la notte scura
certezza del riposo
speranza del risveglio
occhio che si chiude
taglio che si apre
rasoio che accarezza
bacio che colpisce
oblio e memoria
Fino al caffé nero che bevuto
caccia dentro la notte
e ci precipita nel giorno
Sogno di mani e piedi
Sogno di animali parlanti
Sogno d’altri mondi
Sogno di cera e fumo
Sogno di corpi giovani
Sogno di frutta e ferro
Sogno del tempo assente
Sogno di cifre e lettere
Sogno d’algoritmi e latte
Sogno d’incubo
Sogno di sogno
Anche chi veglia sogna
La notte stessa è un sogno
L’uomo cammina nel buio
e la notte lo prende per mano
mentre le stelle cantano l’eterno
I bambini sognano angeli
I vecchi sognano bambini
Le donne sognano i vecchi
Gli uomini sognano la notte
mentre le stelle cantano l’eterno
Fasci di luce giganteschi
abbagliano l’arena risvegliata
Scalpita il pubblico dentro al Colosseo
Ognuno spara in aria urla e ferocia
S’attendono gli attori del supplizio
L’immane agone dello scannatoio
Ecco la madre ebrea che porta il figlio
al gladiatore nazi accanto al rogo
Ecco i giovani di Palestina
si lanciano ed esplodono chiamando
Ecco il bambino che annusa la colla
inchiodato alla tavola del ricco
Ecco il folle che canta e poi s’impicca
Ecco la nonna che non fu mai madre
Ecco il bambino con gli organi rubati
Ecco la gamba trancia il petto aperto
Ecco la bimba prostituta per la fame
Ecco le piaghe ecco la sventura
Ecco il deforme ecco il disprezzato
Ecco l’orrore ed ecco il pianto
Ecco la telecamera spietata
L’arena è colma
Il pubblico singhiozza
Ama lo strazio
e grida e si dispera
Mangiando patatine ben salate
Si gode lo spettacolo
finché
cambia canale
e guarda un varietà
o meglio ancora la pubblicità
L’imperatore è assente ma controlla
ogni perturbamento dello share
Scorre scorre la notte scura
inutilmente prova ad occultare
ma non può oscurare
Scorre scorre la notte scura
e le mura della città stanche
di luci di lampioni e di televisioni
pregano Dio che mandi un bel black out
lungo le strade dentro ai portoni
Lunga come lingua avvolge
le automobili e le scarpe dei barboni
Racchiude dentro la sua lenta saliva
il sonno dei dormienti
la veglia degli insonni
Scorre scorre la notte scura
sui corpi delle cose
trasforma il colore degli uomini
e fa del loro respiro
nostalgia della luce
Scorre scorre la notte scura
certezza del riposo
speranza del risveglio
occhio che si chiude
taglio che si apre
rasoio che accarezza
bacio che colpisce
oblio e memoria
Fino al caffé nero che bevuto
caccia dentro la notte
e ci precipita nel giorno
Sogno di mani e piedi
Sogno di animali parlanti
Sogno d’altri mondi
Sogno di cera e fumo
Sogno di corpi giovani
Sogno di frutta e ferro
Sogno del tempo assente
Sogno di cifre e lettere
Sogno d’algoritmi e latte
Sogno d’incubo
Sogno di sogno
Anche chi veglia sogna
La notte stessa è un sogno
L’uomo cammina nel buio
e la notte lo prende per mano
mentre le stelle cantano l’eterno
I bambini sognano angeli
I vecchi sognano bambini
Le donne sognano i vecchi
Gli uomini sognano la notte
mentre le stelle cantano l’eterno
Fasci di luce giganteschi
abbagliano l’arena risvegliata
Scalpita il pubblico dentro al Colosseo
Ognuno spara in aria urla e ferocia
S’attendono gli attori del supplizio
L’immane agone dello scannatoio
Ecco la madre ebrea che porta il figlio
al gladiatore nazi accanto al rogo
Ecco i giovani di Palestina
si lanciano ed esplodono chiamando
Ecco il bambino che annusa la colla
inchiodato alla tavola del ricco
Ecco il folle che canta e poi s’impicca
Ecco la nonna che non fu mai madre
Ecco il bambino con gli organi rubati
Ecco la gamba trancia il petto aperto
Ecco la bimba prostituta per la fame
Ecco le piaghe ecco la sventura
Ecco il deforme ecco il disprezzato
Ecco l’orrore ed ecco il pianto
Ecco la telecamera spietata
L’arena è colma
Il pubblico singhiozza
Ama lo strazio
e grida e si dispera
Mangiando patatine ben salate
Si gode lo spettacolo
finché
cambia canale
e guarda un varietà
o meglio ancora la pubblicità
L’imperatore è assente ma controlla
ogni perturbamento dello share
Scorre scorre la notte scura
inutilmente prova ad occultare
ma non può oscurare
Scorre scorre la notte scura
e le mura della città stanche
di luci di lampioni e di televisioni
pregano Dio che mandi un bel black out
da "Shechinàh" di Francesco Randazzo © all rights reserved
chi vuole leggere tutto il testo lo può scaricare dal seguente link:
http://www.mediafire.com/?wzjnzkbnmjl
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