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CAÑÓN ADENTRO
Sigo el camino del esternón,
busco el origen de la sed,
voy al fondo de un cañón de paredes plateadas,
sólidas merced al tiempo,
movedizas cuando el aluvión,
cuando la infancia, era glacial.
Colecto las raicillas del pensamiento.
Las cargo a mi espalda erosionada
junto al agreste olvido que cae de mí.
Se asoman
desde pequeñas cuevas,
los indicios del dolor;
veloces burlan las miradas
y vuelven a ocultarse en la piel del cañón.
Inscritas en las paredes,
las coordenadas indescifrables
del rayo prehistórico
que formó mi faz.
Tiempo de la hondura,
tiempo sin sílaba,
cuando soy sólo un sonido
en tránsito a la fatiga.
Busco un manantial
que bañe la pregunta adherida a mi historia.
Busco la vida recién nacida
y hallo la sed.
Sigo la senda del esternón.
DENTRO AL CANYON
Seguo il cammino dello sterno,
cerco l'origine della sete,
vado al fondo di un canyon dalle pareti argentee,
solide grazie al tempo,
mobili cuando l'alluvione,
quando l'infanzia, era glaciale.
Colleziono le piccole radici del pensiero.
Le carico sulla mia schiena erosa
insieme al selvaggio oblio che cade su di me.
Si affacciano
da piccole caverne,
gli indizi del dolore;
veloci schivano gli sguardi
e tornano a nascondersi nella pelle del canyon.
Scalfite nelle pareti,
le coordinate indecifrabili
del raggio preistorico
che formò la mia faccia.
Tempo della profondità,
tempo senza sillaba,
quando sono solo un suono
nel transito verso la stanchezza.
Cerco una sorgente
che bagni la domanda attaccata alla mia storia.
Cerco la vita appena nata
e trovo la sete.
Seguo la traccia dello sterno.
Angye Gaona
traduzione italiana di Francesco Randazzo