Oltre al sonno e alla concentrazione ci sono anche altre cose che non sono state dette a nessuno.
Giornate intere che scompaiono, e brevi attimi che diventano un’eternità.

(Peter Høeg)

Visualizzazione post con etichetta Letteratura italiana contemporanea. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Letteratura italiana contemporanea. Mostra tutti i post

giovedì 17 febbraio 2022

"La scomparsa dei dinosauri" di Michele Pipia

Esce oggi nelle librerie e in tutti i bookstore online 
il romanzo di Michele Pipia 
"La scomparsa dei dinosauri" 


Palermo, Assemblea Regionale siciliana: all’appello mancano sessantadue consiglieri. L’ordine del giorno prevede l’approvazione della legge di bilancio, attesa e discussa da mesi, da cui dipendono i tanto preziosi finanziamenti per l’anno successivo. Dopo la notizia, le prime ricerche portano a un unico risultato: i consiglieri sono scomparsi nel nulla. Le indagini vengono affidate al capo della squadra mobile, Marco Simoncini, poliziotto toscano in attesa di un imminente trasferimento. Simoncini è dunque costretto ad addentrarsi nei difficili meandri della vita politica siciliana, di cui non conosce la complessità.
Tra case eleganti, mercati pittoreschi, commissariati oberati di lavoro e manifestanti esasperati, si dispiega un romanzo ironico e a tratti crudele, dall’epilogo sorprendente.

 

Book Trailer


Intervista all'autore



Presentazione in diretta Facebook, Domenica 20 Febbraio alle ore 17,30


venerdì 6 novembre 2020


 

Sergio Sozi

Giovedì. Romanzo tra cielo e terra

Edizioni Ensemble

(Collana Officina)

Roma 2020

di Alfonso Lentini


Sagrestano e sacerdote: due ruoli ben distinti nelle strutture ecclesiali. Ma il protagonista di questo bizzarro romanzo di Sergio Sozi li svolge entrambi e, come se non bastasse, li svolge in periodi storici diversi, con uno scarto temporale di molti secoli: sacerdote pagano nella Hispellum dell’antichità e stralunato sagrestano nella Spello contemporanea. Come è possibile? Si sa che niente è impossibile all’invenzione narrativa. Zhuangzi sognò di essere una farfalla – insegna il Taoismo – ma al suo risveglio pensò che forse era la farfalla ad aver sognato di essere Zhuangzi. E molti altri potrebbero essere gli esempi di opere in cui un personaggio si fa interfaccia e vive vite parallele o piomba in un universo a lui sconosciuto. Ad esempio, ne “I fiori blu" di Queneau si parla di un tale che vive contemporaneamente in due periodi storici diversi. E tanti sono i viaggi nel tempo che sono stati immaginati e raccontati.

Nella storia inventata da Sergio Sozi, però, il sacerdote pagano Aulo, non si sposta spazialmente, rimane nel territorio in cui ha sempre vissuto, quello dove sorgeva la sua antica Hispellum, ma viene scaraventato all’improvviso nel mondo contemporaneo e compare davanti a una chiesa cattolica moderna nulla sapendo di quello che è accaduto nel frattempo. Scopre con stupore che una setta ai suoi tempi considerata marginale ha dato vita a una religione così importante al punto che gli anni vengono ormai contati a partire dalla nascita del suo fondatore. Giunto a destinazione, perciò, si guarda intorno con occhi straniati e del tutto vergini. E inevitabilmente, dovendo confrontarsi e adattarsi al nuovo mondo, in lui avviene una sorta di graduale metamorfosi.

Questa idea di fondo funziona egregiamente per arpionare il lettore coinvolgendolo subito. Ma andando avanti nella lettura assistiamo a un vero e proprio fuoco d'artificio di colpi di scena e spiazzamenti. La metamorfosi non è solo quella del personaggio che via via diventa "altro", ma anche dei generi narrativi: si va dal romanzo fantastico a quello d'azione (se non addirittura picaresco), dal dialogo filosofico al racconto fantascientifico, sino a pagine scompigliate e scompiglianti che richiamano l'idea di meta-romanzo. Anche i contenuti scorrono liquidi, in un flusso cangiante; per cui il lettore (anche se sapientemente guidato da una voce narrante chiarissima, perentoria, quasi "geometrica") è portato a intendere la verità come un gioco di slittamenti progressivi.

È dunque la metamorfosi la vera protagonista di questo libro, il desiderio di sperimentare l'alterità e di interrogarsi su di essa. Nella lunga matassa concettuale che scorre via via, appare centrale la riflessione sul "doppio" di cui sono intessute non solo le personalità umane, ma anche le civiltà. Molto interessante è ad esempio la parte in cui la modernità, attraverso le parole di Aulo, si scopre essere problematicamente figlia di due fondamentali componenti storiche (e culturali): quella pagana e quella cristiana.

Da questa situazione scaturisce non solo un confronto (dai tratti amarognoli) sui due mondi (o piani culturali) del presente e del passato, ma anche una riflessione sulle immense e diversificate stratificazioni di cui ogni essere vivente è figlio.

Ma il gioco degli spiazzamenti e delle continue digressioni, andando avanti nella lettura, conduce a eventi e pensieri sempre più labirintici dove il lettore potrà perdersi piacevolmente (o forse, ancor più piacevolmente, ritrovarsi). Anche se, come sostiene lo stesso Sozi in una recente intervista, Il sovrannaturale è il basso continuo, assieme alla poesia e all’amore, di quest’opera”.

Benvenuti nella girandola, dunque!

 

 

Sergio Sozi (1965) è nato a Roma e vive e in Slovenia, dove lavora come critico letterario e traduttore. Ha pubblicato le raccolte di racconti Il maniaco e altri racconti (2006) e Diorama (2015), i romanzi Il menù (2009) e Adesso a Roma piove (2019), e i saggi Ginnastica d’epoca fredda (2010), Intervista a Claudio Magris (2011) e Il filosofo e il giullare. Intervista a Umberto Galimberti (2012).

https://www.ibs.it/giovedi-romanzo-tra-cielo-terra-libro-sergio-sozi/e/97888688169

 

 


 

martedì 17 marzo 2020

"Io e il Minotauro" di Elena Bibolotti




“Capita a chiunque di ammalarsi di questa specie di amore. Non è così strano. La situazione sfugge al nostro controllo senza che ce ne accorgiamo. Pensiamo di essere in possesso di ogni nostra facoltà, ci sentiamo sereni, razionali, ma non è vero, e si vede lontano un miglio che non è così, è come prendere il raccordo contromano e domandarsi come mai tutti abbiano sbagliato l’uscita. Lo vediamo nello specchio, nella tristezza del nostro sguardo, nella mancanza di entusiasmo che ci divora, nelle risate false, negli sguardi increduli degli amici, in quelli annoiati di chi ci ripete da anni la stessa cosa: lascialo. Invece, quella sera io lo seguii”.


Io e il Minotauro, di Elena Bibolotti, edito da Giazira Scritture, è un libro che travalica la forma romanzo verso il recit, il monologo interiore della protagonista Adele e ci conduce nel suo personale inferno o meglio, nel suo infernale labirinto. 

Lei, contrariamente allo stereotipo di donna debole che ci si immagina in questi casi,  è una donna forte, intelligente, culturalmente strutturata, imprenditrice di successo nel settore cinematografico e televisivo, donna realizzata, per molti versi anche disincantata e cinica nei confronti dei suoi dipendenti; ma è vittima di una relazione perversa e devastante, è preda continuamente straziata fisicamente e psicologicamente dal marito Gimmi: attore fallito e frustrato, subdolo, bellissimo e affascinante, narcisista patologico, violento torturatore. 

Attraverso una scrittura nitida e scabra, in molti punti tagliente come un rasoio, ci inoltriamo nella storia di Adele, vittima del marito, ma anche della sua storia familiare tragica; scandagliamo oltre che l’orrore della violenza domestica anche quello dei destini parentali, come un inferno di costellazioni familiari malate o di karma ineludibili. 

È un racconto che cattura, prende alla gola, sospende il fiato. Echi di quanto abbiamo sentito o letto (qualcuno purtroppo anche vissuto) nelle cronache di violenza contro le donne arrivano dentro di noi e si trasformano in empatia, affanno, ribellione, momentaneo sollievo e poi di nuovo minaccia e paura.

Sesso, potere, bellezza, socialmedia, ipocrisie borghesi e accomodamenti di facciata, attorniano Adele nella sua gabbia di violenza. Sembra che non vi sia nessuna possibilità di fuga, nessuna liberazione possibile, sembra ineluttabile che lei rimanga chiusa là con il suo Minotauro torturatore, bestia bellissima, sensuale, folle, devastatrice. 
Con un disperato ma acutissimo trucco, Adele ordirà una trappola per liberarsi del mostro. Ci riuscirà? Leggetelo e lo saprete. Imperdibile.

Francesco Randazzo








Io e il Minotaurodi Elena Bibolotti
Prezzo: 15,00 euro
Pagine: 190
Formato: 21 x 14,8
Isbn: 978-88-99962-28-9



Elena Bibolotti nasce a Bari. Diplomata all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico, lavora nell’avanguardia teatrale. Imprenditrice nel web e nella didattica musicale, assistente al Master di scrittura creativa della Luiss Guido Carli, è consulente editoriale. Ha pubblicato il romanzo Justine 2.0 (INK Edizioni, Milano), diversi racconti per 80144 Edizioni (Roma) e Conversazioni sentimentali in metropolitana (Castelvecchi). Per i tipi di Giazira scritture ha pubblicato la raccolta di racconti Pioggia dorata.

mercoledì 25 settembre 2019

Le professoresse meccaniche e altre storie di scuola







Avete mai provato, in qualche periodo della vostra vita, un sentimento simile a una solitudine concava? A riprova della geometria strana dei sentimenti, che a volte può manifestarsi su piani inclinati, ma anche no. Siete mai stati in una scuola dove le professoresse sono degli automi con parrucche e mettono in scena movimenti meccanici? Una scuola che ha, fra i vari insegnamenti ministeriali, uno importantissimo, fondamentale: l’insegnamento del Silenzio, che si auspica obbligatorio per il futuro? Una scuola che impartisce lezioni di Buio, e tante altre materie stuzzicanti e non convenzionali?
È di storie simili, ambientate in una scuola immaginaria, che ci racconta Alfonso Lentini con garbo stilistico e morbidezza buzzatiana, storie così improbabili e visionarie da sembrare verosimili, strampalate e paradossali nella misura giusta, una misura tanto non colma da indurci a riflettere, in modo amaramente comico, sulla nostra incerta precarietà esistenziale.


Paolo Albani

lunedì 15 luglio 2019

Mariella Giammarini


   

Su Dinosauri e formiche di Gualberto Alvino




 Questa singolare silloge di schede e saggi critici di Gualberto Alvino, raccolti sotto l’emblematico titolo Dinosauri e formiche. Schegge di critica militante (Roma, Novecento, 2018), sfida e mette alla prova le categorie con le quali valutiamo i libri: dai grandi autori del Novecento alla lettura di consumo che rincorre i premi e cerca l’alloro delle vendite.
Non c’è una parola di troppo nelle analisi affilate dell’autore. Soprattutto, non c’è parola che non sia fondata su una prova testuale, una citazione mirata e accuratissima dei testi. E sono davvero tanti i testi sacri esplorati in queste pagine, primi fra tutti quelli dell’ingegnere in blu.
     Inutile tentare di riassumere le linee guida del metodo critico di Alvino: cito direttamente quella che mi pare un’efficace sintesi della sua poetica:

«a) come dovrebbe esser noto, la letterarietà costituisce il proprium dell’arte della parola, ergo non è né evitabile né vitanda, ma buona o cattiva (qui si pare la nobiltà dell’artefice); b) la coincidenza più o meno plenaria della voce narrante con la persona fisica dell’autore non muta il rapporto lettore-testo, essendo il patto che ne è all’origine sempre e comunque di natura finzionale; c) non esiste conato o furore antiletterario che non si grammaticalizzi in letterarietà; d) fino a nuovo ordine verità, immediatezza e sincerità non si ottengono per grazia celeste o di genere: si conquistano tramite calcoli e artifici tra sofisticati e sofisticatissimi, in difetto dei quali — autofiction o non autofiction — la pagina perde non solo verità, immediatezza e sincerità, ma spessore e ragion d’essere» ( pag. 148).

     Non è un caso che si tratti di un capitolo di stroncature ( dovrei dire autostroncature tanto le citazioni prodotte sono ampie e mirate) di autori noti, acclamati dal pubblico e dalla critica da rotocalco. Un tetrafarmaco che dovrebbe essere adottato da tutti quelli che aspirano a farsi scrittori, ma anche dagli insegnanti di Lettere chiamati a offrire ai giovani punti di riferimento, prospettive di lettura critica e di scrittura consapevole.
Un libro di critica da leggere con gusto (anche quando mette alla prova le nostre limitate conoscenze specifiche) e da tenere a portata di mano per accompagnare e confrontare letture e riletture.