venerdì 19 marzo 2010

impolverato di luce


Attraverso Roma nel sole
come un nomade perduto
la riconosco mia eppure
indifferente
le pietre il cielo e me
sampietrini e calzini
caldi e aggrinziti 
sotto e dentro scarpe nere

Schizzi di fontana
centurioni e pantheon
schiuma di birra scivolosa 

Osservo il ragazzo
nella stanza di Caravaggio
come uno schiaffo d'innocenza
e lo ringrazio e l'invidio
lui che sta e sa per sempre

Vorrei baciare una statua
e svegliarla nella carne
Vorrei che lei mi baciasse
e mi rendesse pietra

Accarezzami come il tempo
che attraversa e ignora
città giocasta che m'acceca
peripatetica impassibile
baciami un'ultima volta
fingiti come sempre
innamorata

Un incontro e un addio
questo vivere intenso
impolverato di luce

© Francesco Randazzo - 2010


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