Oltre al sonno e alla concentrazione ci sono anche altre cose che non sono state dette a nessuno.
Giornate intere che scompaiono, e brevi attimi che diventano un’eternità.

(Peter Høeg)

venerdì 28 marzo 2008


UN TRENO DI LIBRI PER NAPOLI
E
CAFFE’ LETTERARIO MOAK

Il Centro di Formazione e di Iniziative Culturali informa che sabato 29 marzo 2008 partirà da Roma “Un treno di libri per Napoli”, un’iniziativa organizzata da Leggere: tutti, mensile del Libro e della Lettura; un treno ‘carico’ di scrittori e appassionati lettori, un’occasione sui generis per incontrarsi, scambiare idee e presentare libri. Il viaggio, che di per sé è un evento, ha come destinazione la
Stazione Marittima di Napoli, precisamente “Galassia Gutenberg – libri e multimedia”, una rassegna storica dedicata alla promozione della lettura, al mondo dell’editoria e ai linguaggi multimediali, un’iniziativa unica nel suo genere nel panorama nazionale e fortemente radicata nella città di Napoli e nel Sud.
Durante il tragitto Roma – Napoli, degustando caffè Moak, si prevede uno spazio dedicato ai concorsi “Caffè Letterario Moak”, “Corto Moak” e all’antologia I racconti sul caffè presentata dall’edizione 2004 fino ad oggi dal brillante critico letterario Salvatore Ferlita dell’Università di Palermo, da anni componente della giuria di “Caffè Letterario Moak”. Salvatore Ferlita analizzerà in maniera più approfondita quattro racconti:
- Aroma di viaggi di Saverio Pazzano, I racconti sul caffè, ediz. 2004;
- L’uomo del caffè di Mauro Mirci, I racconti sul caffè, ediz. 2005;
- Zona di Guerra di Claudio Calvi, I racconti sul caffè, ediz. 2005;
- Cafezal di Daniela Raimondi, I racconti sul caffè, ediz. 2006.

Altre info e il racconto di Mauro Mirci in e-book, qui.

Complimenti a Mauro e al suo bel racconto ai quali auguriamo buon viaggio!


venerdì 14 marzo 2008

M.Laure Colasson al Tumas Book Bar

I PITTORI HANNO INCONTRATO LA SCRITTURA
progetto arcenciel a cura di Regina Franceschini Mutini e Ivana Conte

domenica 16 marzo 2008 dalle ore 18,30

M.Laure Colasson

Memorie del Tempo
lo sguardo è irresistibilmente
attratto dalle impronte adulterate del
tempo, lasciate su pietre, sculture e alberi. Ne
subisco il fascino, la suggestione e nasce in me
il bisogno di tradurle attraverso l’elaborazione
del collage.


Saranno letti testi da M.Lunetta
e da Rimbaud e Baudelaire da Monica Mariotti


Tuma’s Via dei Sabelli, 17 San Lorenzo Roma Tel. 06 44704059
ingresso libero

CESARE PAVESE. IL MESTIERE DI SCRIVERE
mostra di mail art – tavola rotonda – proiezioni – letture teatrali

Roma, 19 marzo - 23 aprile 2008
Casa delle Letterature, Piazza dell’Orologio 3


La Casa delle Letterature di Roma, insieme alla Fondazione Cesare Pavese, rende omaggio per prima, nell’anno del centenario della sua nascita, a un autore che possiamo definire con certezza un classico moderno della letteratura italiana. Cesare Pavese infatti, anche e soprattutto per le nuove generazioni, continua a essere l’autore che più di ogni altro nel Novecento ci pone di fronte a domande radicali al centro dell’esperienza artistica, civile, umana e intellettuale. Con le sue grandezze e le sue fragilità, lo sentiamo capace di affrontare, attraverso lo stile, la lingua, l’inconfondibile voce poetica della sua narrazione, questioni come ispirazione, destino, pienezza, felicità, amore assoluto.

Un grande evento, al confine delle arti, nella sede stessa della Casa delle Letterature in piazza dell’Orologio a Roma, ricorderà Cesare Pavese al pubblico dei numerosi e appassionati lettori e a quello degli studiosi, dal 19 marzo al 23 aprile 2008.



Progetto a cura di Maria Ida Gaeta, Fabio Pierangeli e Franco Vaccaneo



Informazioni :
Casa delle Letterature Tel. 06.68134697 www.casadelleletterature.it
Dal lunedì al venerdì ore 9.30 -18.30, ingresso libero

Ufficio stampa : Silvia Barbarotta per Intesa & C.P. S.r.l.
Tel. 06.6832740-1 Fax 06.6832770 Mail s.barbarotta@intesacp.it





PROGRAMMA


Periodo espositivo: 19 marzo - 23 aprile 2008

CESARE PAVESE: LE COLLINE E IL SOLE - Mostra internazionale di Mail Art che espone opere di diversa natura e di diverso formato, nate dall’interpretazione dei libri di Cesare Pavese e raccolte grazie ad un concorso internazionale bandito dalla Fondazione Cesare Pavese. La mostra, curata da Franco Vaccaneo e Pierpaolo Pracca, in collaborazione con la Fondazione Cesare Pavese, è accompagnata da un catalogo edito da Priuli & Verlucca e dall’esposizione della rassegna completa delle opere di Cesare Pavese in prima edizione. Le edizioni in commercio sono invece presenti nella libreria VivaLibri, sempre all’interno della Casa delle Letterature.


ß Giornata inaugurale: Mercoledì 19 marzo

Ore 15.30: Tavola rotonda LEGGERE E STUDIARE PAVESE OGGI a cura di Fabio Pierangeli e Maria Ida Gaeta. Introduce Giulio Ferroni. Interventi di Arnaldo Colasanti, Daniela De Liso, Roberto Gigliucci, Cristiana Lardo, Anco Marzio Mutterle, Gianni Venturi.

Ore 17.30: Proiezione in anteprima del film CESARE PAVESE. GLI AMICI per la regia di Andrea Icardi, Fondazione Cesare Pavese. Intervengono Franco Ferrarotti, Carlo Lizzani, Mario Motta, Achille Occhetto

Ore 19.00: Inaugurazione della mostra (segue cocktail)


ß Mercoledì 2 aprile, ore 17.00

E D’ACCANTO MI PASSANO FEMMINE
Testimonianza e letture teatrali di MARCO BALIANI.
Introduce Fabio Pierangeli con Laurana Lajolo.


ß Giovedì 3 aprile, ore 17.00

Pavese a teatro con i CHILLE DE LA BALANZA. Interventi di Giovanni Antonucci, Claudio Ascoli, Maria Grazia Giannichedda, Renato Nicolini, Fabio Pierangeli, Alberto Maria Sobrero in occasione dell'uscita del libro TEATRO, COMUNQUE di Costanza Lanzara, Morgana Edizioni (sarà presente l’autrice)


ß Mercoledì 23 aprile, ore 17.00

Pavese al cinema : proiezione del film di finzione UN PAESE CI VUOLE sceneggiatura di Bruno Gambarotta, Franco Vaccaneo, Vanni Vallino. Regia di Vanni Vallino. Produzione: Immagina Novara-Fondazione Cesare Pavese. Saranno presenti Nino Castelnuovo, Iaia Forte, Marco Morellini, Saverio Vallone, protagonisti del film.
EVENTI COLLATERALI

Libreria ‘900 di Carta, via Acqui n. 9/b, Roma, Tel. 06.7010558

La libreria per tutto il periodo delle celebrazioni pavesiane a Roma allestisce le sue vetrine con i libri di Cesare Pavese in prima edizione e con pubblicazioni d’epoca su Torino e le Langhe. All’interno inoltre espone una campionatura di opere di mail-art, manifesti e locandine di passati convegni e iniziative dedicati all’autore.


PROGRAMMI PER LE SCUOLE SUPERIORI

Leggere oggi Cesare Pavese: Laboratori per le classi delle scuole superiori

Obiettivo dei laboratori è quello di presentare i testi di Pavese nella loro modernità e attualità di stile e contenuti; a tal fine verranno create connessioni con altri linguaggi espressivi contemporanei, sia di tipo letterario che musicale e cinematografico. Gli incontri si baseranno su considerazioni elaborate a partire da pagine scelte di Cesare Pavese, con maggior spazio dedicato ai racconti e alle poesie, interpretati anche alla luce di quanto scritto nelle sue opere saggistiche e autobiografiche. Particolare attenzione verrà riservata alla lettura dei testi, affidata a una lettrice professionista, Rachele Digilio, per offrire al pubblico il ritmo e la potenza espressiva dei testi scelti. L’ideazione, il coordinamento e l’organizzazione didattica presso la sede della Casa delle Letterature sono a cura di Vivalibri Centro Studi.

Orario: dalle 10.30 alle 12.30
Numero di partecipanti: max 30

Programma:

martedì 1 aprile: «L’arte del raccontar breve»
martedì 8 aprile: «Le forme del duello in Cesare Pavese e Cormac Mccarthy»
martedì 15 aprile: «Last blues, to be read some day - Cesare Pavese tra poesia e musica»
martedì 22 aprile: «L’arte del raccontar breve»

martedì 11 marzo 2008

Divorzio alla persiana


Non solo Ahmadinejad. L'Iran non è solo uno spauracchio atomico, per fortuna arrivano anche belle notizie. Le donne persiane sono romantiche e puntute. I giudici iraniani una volta tanto emettono sentenze che ci piacciono e condannano un marito che ha lasciato la moglie a risarcirla con 8000 libri ed un altro dovrà comprare alla sua ex 124.000 rose!

domenica 9 marzo 2008

PER INGRID BETANCOURT

Leggo solo adesso questo comunicato di ateatro riguardo alla giornata delle donne di ieri. Lo pubblico ugualmente, oggi, perché penso possa essere un invito che le attrici italiane possano accogliere tutti i giorni dell'anno e perché i lettori possano leggere qui la lettera di Ingrid Betancourt. Fatela girare, postatela, più se ne parla, più ci si muove, meglio è.
f.r.

MILANO PER INGRID BETANCOURT

La Presidenza del Consiglio comunale, l’Assessorato alla Cultura e l’Assessorato alla Famiglia, Scuola e Politiche sociali del Comune di Milano promuovono alcune iniziative di sensibilizzazione per Ingrid Betancourt, in occasione della mobilitazione internazionale di sabato 8 marzo, centenario della Festa della donna.

Alle ore 13.30 sarà dispiegata sulla facciata di Palazzo Marino una gigantografia con la foto di Ingrid Betancourt e l’appello “Ingrid Betancourt libera”.

A seguire, nel cortile di Palazzo Marino, l’attrice milanese Carla Chiarelli leggerà brani dal libro appena edito da Garzanti Lettera dall’inferno a mia madre e ai miei figli di Ingrid Betancourt.

Alle ore 21.00, presso il Teatro degli Arcimboldi, in occasione dell’ultima serata del “Ciclo Beethoven” che vedrà l’esecuzione della Nona Sinfonia da parte dell’Orchestra Symphonica Toscanini diretta dal maestro Lorin Maazel, il Presidente del Consiglio comunale Manfredi Palmeri, l’assessore alla Cultura Vittorio Sgarbi e l’assessore alla Famiglia, Scuola e Politiche Sociali Mariolina Moioli offriranno alle donne presenti tra il pubblico in sala una copia del volume Lettera dall’inferno a mia madre e ai miei figli di Ingrid Betancourt. L’iniziativa è realizzata in collaborazione con Garzanti Libri.

Milano inoltre invita tutte le attrici italiane in scena sabato 8 marzo affinché, prima di ogni spettacolo, leggano brani tratti dal libro Lettera dall’inferno a mia madre e ai miei figli.
Per altre info, http://www.ateatro.it/forum/index.php?topic=633.msg877#msg877




Il teatro italiano per Ingrid Betancourt

Nell’ambito della mobilitazione internazionale per Ingrid Betancourt, facciamo una proposta al teatro italiano. Chiediamo che, prima dell’inizio di ogni spettacolo, un’attrice legga al pubblico un breve brano della Lettera dall’inferno. In questo modo speriamo di diffondere le informazioni sulla sua situazione e invitiamo a impegnarsi nella campagna a suo favore.

Qui di seguito il testo che proponiamo di leggere, almeno parzialmente, consultabile sul sito del Comune di Milano area news – www.comune.milano.it.

Da Lettera dall’inferno a mia madre e ai miei figli
di Ingrid Betancourt (Garzanti Libri)


Giungla colombiana
mercoledì 24 ottobre
ore 8 e 34
in un mattino piovoso, come la mia anima

Mia piccola mamma cara e adorata,
ogni giorno mi alzo e ringrazio Dio perché ho te. Ogni giorno apro gli occhi alle 4 e mi preparo, in modo da essere ben sveglia quando ascolterò i messaggi della trasmissione La carrilera de las 5. Ascoltare la tua voce, sentire il tuo amore, la tua tenerezza, la tua fiducia, il tuo impegno per non lasciarmi sola, ecco la mia speranza quotidiana. Ogni giorno chiedo a Dio di benedirti, di proteggerti e di consentirmi in futuro di restituirti tutto questo, di trattarti come una regina, accanto a me, perché non sopporto l’idea di trovarmi di nuovo lontana da te.
Qui la giungla è molto fitta, i raggi del sole vi penetrano a fatica. Ma è soprattutto un deserto di affetti, di solidarietà, di tenerezza, ed è per questo che la tua voce è il cordone ombelicale che mi lega alla vita. Sogno di abbracciarti così forte da rimanere incrostata a te. Sogno di poterti dire: «Mamma, mamita, non piangerai mai più per me, né in questa vita e neppure nell’altra». Ho chiesto a Dio che mi consenta un giorno di provarti tutto quello che tu significhi per me, di poterti proteggere e di non lasciarti mai più sola, nemmeno un secondo. Nei miei progetti di vita, se un giorno ritroverò la Libertà, mamita, voglio che tu pensi di vivere con noi, o con me. Mai più messaggi, mai più telefonate, mai più distanza, nemmeno un metro ci deve separare, perché io so che tutti quanti possono vivere senza di me, ma non tu. Mi nutro ogni giorno della speranza che staremo insieme, e vedremo che Dio ci mostrerà la strada e ci organizzeremo. Ma la prima cosa che ti voglio dire è che senza di te non sarei riuscita a resistere fino a ora. (…)

Mamita, sono stanca, stanca di soffrire. Sono stata, ho cercato di essere forte. Questi sei (quasi) anni di prigionia mi hanno dimostrato che sono meno coraggiosa, intelligente e forte di quel che pensavo. Ho combattuto molte battaglie, ho cercato di scappare più di una volta, ho cercato di conservare la speranza così come si tiene la testa sopra il pelo dell’acqua. Ma oggi, mamita, mi sento sconfitta. Vorrei pensare che un giorno uscirò di qui, ma mi rendo conto che quello che è successo ai deputati, e che mi ha fatto molto soffrire, può capitare anche a me, in qualunque momento. Credo che sarebbe un sollievo per tutti. (…)

Mamita, per me è un momento molto duro. All’improvviso, vogliono delle prove della mia esistenza e così ti scrivo, la mia anima sospesa su questo foglio. Fisicamente, sto male. Non mangio più, mi manca l’appetito, perdo molti capelli. Non ho voglia di niente. Credo che l’unica cosa positiva sia questa: non aver voglia di niente. Perché qui, in questa giungla, l’unica risposta è: «No». Allora è meglio non desiderare nulla, per restare almeno libera dai desideri. Sono tre anni che chiedo un dizionario enciclopedico per avere qualcosa da leggere, per imparare qualcosa, per mantenere viva la curiosità intellettuale. Continuo a sperare che me ne procurino uno, magari solo per compassione, ma è meglio non pensarci. Qui, qualunque cosa è un miracolo. (…)

Qui la vita non è vita, è solo un lugubre spreco di tempo. Vivo o sopravvivo, su un’amaca tesa tra due pali, ricoperta da una zanzariera e da una tenda che fa da tetto e mi lascia pensare che ho una casa. Ho una tavoletta su cui metto le mie cose, cioè il mio zaino con i miei abiti e la Bibbia, che è il mio unico lusso. È tutto pronto, così possiamo partire di corsa. Qui niente è di qualcuno, niente dura, l’unica costante sono l’incertezza e la precarietà. In qualunque momento, possono dare l’ordine di fare i bagagli, e ciascuno di noi deve dormire in fondo a qualunque buco, sdraiandosi ovunque, come gli animali. Per me sono momenti particolarmente difficili. Le mie mani diventano madide, il mio spirito si annebbia, finisco per fare qualunque cosa due volte più lenta del solito. Le marce sono un calvario, perché il mio equipaggiamento è molto pesante e riesco a portarlo a malapena. A volte i guerrilleros si prendono alcune delle mie cose per alleggerire il peso, ma mi lasciano «il vasellame», cioè quello che ci serve per lavarci e che pesa di più. È tutto così stressante, perdo le mie cose o me le confiscano, come i jeans che Mélanie mi aveva regalo per Natale, quelli che avevo addosso quando mi hanno presa. Non li ho più visti. L’unica cosa che sono riuscita a salvare è la giacca, ed è stata una benedizione, perché le notti sono gelide e non avevo nient’altro per proteggermi dal freddo. Prima, mi piaceva moltissimo fare il bagno nel fiume. Siccome sono l’unica donna del gruppo, ci devo andare quasi tutta vestita: calzoncini, camicia, stivali! Come le nostre nonne di una volta. Prima mi piaceva nuotare nel fiume, ma adesso non ho nemmeno più il fiato per farlo. Sono fiacca, freddolosa, sembro un gatto davanti all’acqua. Io che amavo l’acqua così tanto, non mi riconosco più. Durante la giornata avevo l’abitudine di fare un paio d’ore di ginnastica, a volte tre. Avevo inventato un attrezzo, una specie di banchetto fatto con dei rami, che avevo battezzato «step», pensando agli esercizi della palestra: l’idea era di salire e scendere, come se fosse stato uno scalino. Aveva un pregio, non occupava molto spazio. Perché a volte i campi sono così piccoli che prigionieri si trovano in pratica gli uni sugli altri. Ma da quando hanno diviso i gruppi, non ho né la voglia né l’energia di fare niente. Faccio qualche stiramento, perché lo stress mi blocca il collo, che mi fa molto male. Con gli stiramenti, lo split e tutto il resto, a volte riesco a rilassare un po’ il collo. Ecco tutte le mie attività, mamita. Faccio di tutto per restare silenziosa, parlo il meno possibile per evitare problemi. La presenza di una donna in un gruppo di uomini che sono prigionieri da otto o dieci anni è un problema. Ascolto rfi e la bbc, scrivo molto poco perché i quaderni si accumulano e trasportarli è un’autentica tortura: ho dovuto bruciarne almeno quattro. Inoltre, quando ci sono le ispezioni, ci prendono le cose a cui teniamo di più. Una tua lettera, che era riuscita a raggiungermi, mi è stata sequestrata dopo l’ultima prova di esistenza in vita, nel 2003. I disegni di Anastasia e di Stanis, le foto di Méla e Loli, lo scapolare di papà, un programma di governo in 190 punti che avevo annotato nel corso degli anni: mi hanno preso tutto. Ogni giorno mi resta un po’ meno di me stessa.

Il pittore e il pesce


Il pittore e il pesce Una poesia di Raymond Carver, un’opera di Carlo Dalcielo a cura di Bruno Lorini e Giulio Mozzi

S’inaugura domenica 9 marzo alle 17, a Piacenza presso la Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi (via San Siro 13), l’opera di Carlo Dalcielo “Il pittore e il pesce”, ispirata all’omonima poesia di Raymond Carver (del quale ricorre nel 2008 il ventesimo anniversario dalla morte), contenuta nel volume Il nuovo sentiero per la cascata (edito in Italia da minimum fax).
Carlo Dalcielo, giovane artista emiliano creato dal pittore Bruno Lorini e dallo scrittore Giulio Mozzi, ha tratto dalla poesia di Carver uno storyboard e una sceneggiatura in 55 “inquadrature”. Ha poi invitato 55 artisti (quasi tutti italiani, della generazione dei trentacinque-quarantenni: tra essi Massimo Giacon, Pierantonio Tanzola, Leonardo Cemak, Gea Casolaro, Antonio De Pascale) a realizzare ciascuno un’ “inquadratura”.
L’esposizione di “Il pittore e il pesce” restituisce quindi la sostanza poetica del testo carveriano in una sequenza narrativa di dipinti, collages, video, installazioni, fotografie.
Il libro Il pittore e il pesce – a metà strada tra il catalogo d’arte e la graphic novel – è pubblicato da minimum fax nella collana “I libri di Carver”.
“Il pittore e il pesce” sarà visitabile a Piacenza fino al 30 marzo. Orario: 10-12 e 15-18, chiuso il lunedì. Dal 9 aprile sarà a Venezia, presso la Fondazione Bevilacqua La Masa.
Altre informazioni nel sito dedicato all’opera: http://ilpittoreeilpesce.wordpress.com


i curatori
Bruno Lorini: 335 547 67 59
Giulio Mozzi: 348 386 39 37

la Galleria
Galleria Ricci Oddi: 0523/320742

sabato 8 marzo 2008


TAVOLA ROTONDA

LA RINASCITA DELLA BIBLIOTECA DI ALESSANDRIA D’EGITTO
- BIBLIOTHECA ALEXANDRINA - E LA PARTECIPAZIONE
DELLE BIBLIOTECHE NAZIONALI ITALIANE
AL DIALOGO CULTURALE INTER-MEDITERRANEO

Martedì 11 marzo 2008, ore 16.30
Roma, Teatro dei Dioscuri, Via Piacenza 1


La Fondazione Casa delle Regioni del Mediterraneo, ente senza scopo di lucro, nato nel 2007 con il fondamentale contributo della Regione Lazio, ha come principale oggetto della sua attività la promozione della cooperazione bilaterale e multilaterale tra la stessa Regione Lazio e altre realtà istituzionali regionali e nazionali italiane e strutture omologhe - politiche, economiche, sociali, culturali, tecnologiche e scientifiche - di altri Paesi dell’area del Mediterraneo. Recentemente la Fondazione Casa delle Regioni del Mediterraneo e il Gruppo Adnkronos International hanno invitato il Presidente della Biblioteca di Alessandria d’Egitto – Bibliotheca Alexandrina, il Dr. Ismail Serag El-Din, a recarsi in Italia per una visita di lavoro, per stabilire dei contatti sia con le autorità del nostro Paese sia con i suoi colleghi, i Direttori delle principali strutture bibliotecarie nazionali italiane.

Primario interesse della Bibliotheca Alexandrina è costituire il proprio fondo di testi antichi. La collaborazione con le strutture bibliotecarie italiane sarebbe essenziale per il raggiungimento di questo obiettivo. La Fondazione Casa delle Regioni del Mediterraneo, considerato il significato storico e culturale dell’operazione, intende mettere a disposizione i suoi uffici per la realizzazione degli obiettivi che il Dott. Serag El-Din e la direzione della Biblioteca di Alessandria si sono prefissati. La Tavola Rotonda di martedì 11 marzo 2008 intende promuovere una migliore conoscenza sia dell’evoluzione sia delle prospettive dell’attività della Biblioteca d’Alessandria nel contesto di una attiva collaborazione con strutture italiane e di altri Paesi dello stesso profilo. La Tavola Rotonda, ideata e realizzata in collaborazione con la Direzione generale per i beni librari, gli istituti culturali e il diritto d’autore del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e l’Ambasciata della Repubblica Araba d’Egitto in Italia sarà un’ottima occasione per identificare le possibilità di collaborazione tra alcune delle più prestigiose istituzioni bibliotecarie italiane e la Bibliotheca Alexandrina.

Ai lavori della Tavola Rotonda interverranno il Presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, l’Ambasciatore della Repubblica Araba d’Egitto in Italia, il dott. Ashraf Rashed, il Direttore della Direzione generale per i beni librari, gli istituti culturali e il diritto d’autore del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dott. Maurizio Fallace. Sono previsti interventi puntuali della Direttrice della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, la Dott.ssa Antonia Ida Fontana; del Direttore della Biblioteca Nazionale Centrale Vittorio Emanuele II di Roma, il dott. Osvaldo Avallone; del Direttore dell’Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle Biblioteche Italiane e per le Informazioni Bibliografiche di Roma, il dott. Marco Paoli; del Vice-direttore della Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia, il dott. Maurizio Messina

Nell’intento di tracciare una delle possibili linee guida per una duratura collaborazione finalizzata alla costituzione di una rete formata dalle principali biblioteche dell’area del Mediterraneo, la Fondazione Casa delle Regioni del Mediterraneo – sostenuta in questa direzione dalla Regione Lazio – ha considerato opportuno promuovere anche una iniziativa finalizzata al trasferimento verso la Bibliotheca Alexandrina di alcune centinaia di copie (digitali o microfilmate) di manoscritti antichi presenti nel patrimonio delle principali istituzioni bibliotecarie italiane. Il trasferimento delle copie dei manoscritti antichi costituirà l’oggetto di un Accordo tecnico amichevole tra la Fondazione “Casa delle regioni del Mediterraneo”, rappresentata dal suo Direttore generale, l’arch. Michele Achilli, la Biblioteca di Alessandria d’Egitto, rappresentata dal suo Direttore, dr. Ismail Serag El-Din, e la Direzione generale per i beni librari, gli istituti culturali e il diritto d’autore del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, rappresentata dal Direttore generale, il dott. Maurizo Fallace.

Nel farsi parte del processo di collaborazione tra le principali istituzioni bibliotecarie italiane e la Bibliotheca Alexandrina, la Fondazione Casa delle Regioni del Mediterraneo ha inteso anche mettere in risalto il ruolo di notevole importanza di quest’ultima nel processo di rilancio del dialogo culturale tra i Paesi dell'area del Mediterraneo. Il nome della Nuova Biblioteca d’Alessandria evoca infatti il glorioso nome di una leggendaria istituzione, ragione per cui è diventata pratica diffusa chiamarla Bibliotheca Alexandrina, per sottolineare il suo rapporto con la gloriosa struttura fondata nel III secolo a.c. e che ha conosciuto, ai tempi di Giulio Cesare e alcuni secoli dopo, varie traversie, concluse con la finale distruzione. L'idea di ridare vita alla Bibliotheca Alexandrina ha preso le mosse nel 1974 quando un comitato di scienziati dell'Università di Alessandria d'Egitto ha iniziato a esaminare una serie di dettagliati progetti per la creazione della nuova biblioteca dell'ateneo, da situarsi dove sorgeva un tempo l'antica casa dei manoscritti, il tesoro del sapere di tutta l’antichità ellenistica e romana. Il progetto di riedificazione moderna dell’antica istituzione è stato finalizzato nel 2002, dopo esser stato accolto e sostenuto sin dall’inizio prontamente da più enti, istituzioni e singole personalità della cultura mondiale. I costi del progetto, di oltre duecento milioni di dollari, sono stati in grande parte sostenuti dall'UNESCO e da altre donazioni arrivate da tutto il mondo, donazioni materializzate anche nei libri che gia si trovano in consultazione.





Segreterie organizzative :
FONDAZIONE CASA DELLE REGIONI DEL MEDITERRANEO
Via Aurelia Antica 164, Roma - Tel. 06 3936551
ADNKRONOS INTERNATIONAL
Palazzo dell’Informazione, Piazza Mastai 9, Roma - Tel. 06 58071

mercoledì 5 marzo 2008

Festival di letteratura di Ostellato dedicato a Giovannino Guareschi


Un omaggio al grande mondo
di Giovannino Guareschi

Ascoltare, guardare e gustare la letteratura. Un’esperienza possibile e imperdibile: dal 2 marzo al 20 aprile a “Sotto il sole dei sensi” Festival di letteratura di Ostellato dedicato a Giovannino Guareschi

Lo scenario è Ostellato, una località adagiata e quasi sospesa nella pianura ferrarese, a metà strada tra la città di Ferrara e il mare. L’appuntamento da non perdere è “Sotto il sole dei sensi” un festival di letteratura, cinema, fotografia, musica, reading e cene letterarie giunto alla sua terza edizione. Dopo il primo festival ispirato alle opere di Italo Calvino e le celebrazioni dello scorso anno per il centenario della nascita di Mario Soldati quest’anno il festival è dedicato al grande scrittore, umorista e giornalista Giovannino Guareschi. Due mesi pieni di incontri, performance musicali e gastronomia che ricordano il centenario della nascita ( 1 maggio 1908) di una figura di spicco del panorama letterario del dopoguerra, molto conosciuto ai giorni nostri per la trasposizione cinematografica dei suoi personaggi più amati: Peppone e Don Camillo. “Sotto il Sole dei sensi” prenderà il via domenica 2 marzo con l’inaugurazione della mostra “Giovannino Guareschi, le sfaccettature di uno scrittore moderno” - curata da Giorgio Casamatti su concessione del Club dei Ventitré e dei figli Carlotta ed Alberto Guareschi – allestita presso il Museo del Territorio di Ostellato dove rimarrà fino al 30 aprile. Sempre il 2 marzo la prima delle due cene letterarie: “La Cena dei Reduci di Peppone e Don Camillo”, preparata presso l’Hotel Villa Belfiore di Ostellato . Si tratta dell’esatta trasposizione della cena narrata in “Mondo Piccolo” – forse la sua opera più importante e conosciuta - alla quale partecipavano Peppone, con il proposito di far propaganda politica, e Don Camillo con l’intento d’impedirglielo. Identico anche il menù proposto con piatti semplici della tradizione emiliano- romagnola che spazieranno dal salame alla pastasciutta fino a “torte grandi come ruote di carro”, “spezzoni di formaggio grana”, il tutto annaffiato da “Diluvio universale di vino imbottigliato” (che per l’occasione avrà etichetta Guareschi). L’omaggio allo scrittore sarà arricchito, nei giorni seguenti, da interessanti incontri e reading con scrittori e giornalisti contemporanei come Luigi Bosi che presenterà “Dove finisce il cielo. Storia di Terra e Acque”(6 marzo); Cinzia Tani che parlerà di “Sole e Ombra”(14 marzo), Bernardo Iovene( Report - Rai3) che racconterà “Come si costruisce un’inchiesta per la tv” (28 marzo); Helga Schneider autrice di “Scrivere di guerra per una cultura di pace(10 aprile) ed un collettivo di 12 giovani narratori ferraresi (4 aprile). Nel corso del festival sono certamente da segnalare la lezione di fotografia “Raccontare storie con la fotografia” tenuta dal fotografo Mario Rebeschini e l’appuntamento musicale di sabato 29 marzo, con il tributo ai Nomadi accompagnato da letture di Marcello Brondi. Non mancheranno poi gli appuntamenti originali come l’atteso e divertente dialogo “Don Camillo e l’onorevole Peppone” - ispirato ai noti film di Duvivier - tra il sindaco di Ostellato, Paolo Calvano, ed il parroco del paese Don Pietro. Il 19 aprile avrà termine, con l’ultima lezione del ciclo, il laboratorio di scrittura creativa di Stas’ Gawronsky, iniziato lo scorso novembre. Una vera e propria scuola di scrittura, organizzata da ormai tre anni in occasione del festival, durante la quale autori principianti sono stati educati alla narrazione, alla ricerca del personaggio ed alla costruzione di un dialogo attraverso letture, scambio di esperienze, pensieri condivisi. “Sotto il sole dei sensi” chiuderà il 20 aprile con due bellissimi appuntamenti: il concerto “Omaggio a Verdi” – uno dei musicisti prediletti da Guareschi - della corale parrocchiale e gli allievi del conservatorio Frescobaldi di Ferrara e la seconda cena letteraria “La cena dei Fuoriusciti” la più ricca, gastronomicamente parlando, dei racconti di Mondo piccolo. Come il primo riservato ai reduci, anche il secondo menù proposto per la cena è protagonista di un divertente episodio durante il quale Don Camillo, per impedire a due tecnici sovietici di far propaganda, li porta nelle migliori aziende agricole della zona, ovviamente di fedeli parrocchiani, dove vengono letteralmente rimpinzati di cibo: dalla colazione con zabajone, vino bianco e nocino, passando dal pranzo a base di bollito di manzo, vitello e lambrusco fino ad una cena con culatello, pasticcio di maccheroni e gelato. Un festival che si preannuncia dunque ricchissimo di eventi e soprattutto aperto ad un mondo culturale ampio e multidisciplinare che coniuga letteratura e tradizione, dove la narrazione diventa sapore e le parole musica.


Ufficio stampa:
Erika Angelini
Mediatel Ufficio Stampa
0532-795338 - 3389927126
Mail : erika.angelini@mediatelsrl.com


Segreteria organizzativa:
Marina Zappi - Biblioteca Comunale - Tel 0533 680379 - Dal Lunedì al Giovedì ore 8-12,30 / 14 –18. Venerdì e Sabato 9-12
biblioteca@comune.ostellato.fe.it - www.comune.ostellato.fe.it


Nota Biografica di Giovannino Guareschi

Giovannino Guareschi nacque il 1 maggio 1908 a Fontanelle di Roccabianca, in provincia di Parma. Scrittore, umorista, giornalista, amico di Cesare Zavattini, redattore del Corriere emiliano e poi del settimanale umoristico Bertoldo Guareschi esordì come disegnatore di satira politica. Direttore del settimanale Candido (1945-1957,) divenne poi famoso come scrittore di romanzi e racconti umoristici ambientati nei piccoli centri della “Bassa” emiliana, un paesaggio d’autore perfettamente tratteggiato, nei colori, negli umori, nei contesti e nei personaggi. E i personaggi dei suoi romanzi più famosi, Don Camillo e Peppone, - le cui vicende sono universalmente note, tradotte in tutto il mondo con una diffusione di oltre 20.000.000 copie - sono stati immortalati in molti film, in particolare dal regista Duvivier, con la straordinaria interpretazione di Cervi e Fernandel.
Personaggio straordinario, amato e discusso, Guareschi fu al centro di aspre polemiche in un’Italia che viveva il dramma del secondo conflitto mondiale e le divisioni del dopoguerra. Personalità controcorrente, pagò sempre di persona le sue scelte di vita. Al centro di un caso giudiziario e condannato per diffamazione nel 1954 nei confronti di De Gasperi, per avergli erroneamente attribuito, in buona fede, dei documenti apocrifi, non volle ricorrere in appello e scontò 14 mesi di carcere a Parma. Già negli anni precedenti, quando era stato internato in un campo di concentramento tedesco dopo l’8 settembre 1943, aveva rifiutato la possibilità di essere rimpatriat,o che gli veniva offerta, preferendo condividere la sorte di altri detenuti.
Ciò che è meno conosciuto della vita di Guareschi è forse il suo rapporto con Cervia.
A Cervia Guareschi trascorse i periodi estivi, che vanno dal 1962 al 1968 . La scelta di un primo soggiorno all’Hotel Le Palme di Milano Marittima, fu dovuta in larga misura a motivi di salute. Era reduce da un infarto e, dopo due mesi di cure, su consiglio di amici e della moglie Ennia e della figlia Carlotta, aveva fatto la scelta di trascorrere un periodo di convalescenza e di vacanza in una località turistica caratterizzata da un ambiente con molto verde. Il soggiorno fu piacevole tanto da indurre Guareschi ad acquistare una casa a Cervia, in via Bellucci, vicina alla villa dello scrittore e giornalista Max David. In quella casa Guareschi trascorse diversi periodi di soggiorno, in particolare da maggio ad ottobre. In quella villa soggiornavano anche la moglie Ennia, i figli Alberto e Carlotta e i nipoti. Erano anni nei quali alle delusioni e alle amarezze precedenti subentrò la soddisfazione della diffusione delle sue opere, la notorietà dei suoi personaggi immortalati dal regista Duvivier.
Guareschi non amava fare vita di spiaggia, non amava i salotti. Preferiva il rapporto con la gente semplice: i pescatori con cui conversava nelle soste delle sue gite in bicicletta, la ristretta cerchia di amici. Lavorava molto nella tarda serata e durante la notte.
Il 22 luglio 1968, nel mattino in cui fu stroncato da un infarto, s’era alzato vero le 7,30. Aveva scambiato un saluto con la Wanda, la signora che abitava nella casa accanto alla sua. Era rientrato nel suo studio, ma di lì a poco subì l’ultimo, definitivo attacco cardiaco. E la notizia della sua morte si diffuse ben presto. “L’è mort Zvanì”. “E’ morto Giovannino” fu la frase che si sentì ripetere tra i cervesi, tra quella gente di Romagna, dal carattere scontroso, ma aperto e disponibile, che Guareschi aveva ricordato in alcuni suoi racconti. E vennero anche a Cervia molti personaggi conosciuti, ma non i rappresentanti della cultura ufficiale. Scrisse Enzo Biagi in un articolo pubblicato il giorno successivo alla sua morte: “Non ha mai avuto la recensione di un critico, un riconoscimento ufficiale, ma il suo nome non può essere cancellato dalla cronaca del dopoguerra, da quegli errori e da quelle illusioni.”

L'umiltà è cara, e stimata virtù.



E non per altra cagione sono odiose e riputate contrarie alla buona creanza le lodi di se medesimo, se non perchè offendono l'amor proprio di chi le ascolta. E perciò la superbia è vizio nella società, e perciò l'umiltà è cara, e stimata virtù.

(Giacomo Leopardi - Zibaldone - 7 Aprile 1821.)