Stephen Dobyns è un poeta americano contemporaneo, un grande poeta. La sua poesia è conversativa, apparentemente semplice, ma paradossale, nuda e cruda per stile e argomenti.
Ha attraversato tutti i generi di scrittura, dalla poesia alla saggistica, dal romanzo al thriller, al giornalismo.
In Italia non è tradotto, né pubblicato come poeta (soltanto qualche thriller è arrivato nelle nostre librerie).
Questa che segue è una poesia dal volume "Velocities", News and Selected Poems 1966-1992, Penguin Book.
La lessi per la prima volta una decina d'anni fa. Mi colpì e m'infastidì molto. Oggi capisco perché. Non era un esagerato monito dal passato, ma un presagio del presente.
La traduzione è mia, non sono un anglista, l'ho fatta solo per farla conoscere, se qualcuno ha suggerimenti per migliorarla, sono bene accetti.
Confession
by Stephen Dobyns
The Nazi within me thinks it's time to take charge.
The world's a mess; people are crazy.
The Nazi within me wants windows shut tight,
new locks put on the doors. There's too much
fresh air, too much coming and going.
The Nazi within me wants more respect. He wants
the only TV camera, the only bank account,
the only really pretty girl. The Nazi within me
wants to be boss of traffic and traffic lights.
People drive too fast; they take up too much space.
The Nazi within me thinks people are getting away
with murder. He wants to be the boss of murder.
He wants to be the boss of bananas, boss of white bread.
The Nazi within me wants uniforms for everyone.
He wants them to wash their hands, sit up straight,
pay strict attention. He wants to make certain
they say yes when he says yes, no when he says no.
He imagines everybody sitting in straight chairs,
people all over the world sitting in straight chairs.
Are you ready? he asks them. They say they are ready.
Are you ready to be happy? he asks them. They say
they are ready to be happy. The Nazi within me wants
everyone to be happy but not too happy and definitely
not noisy. No singing, no dancing, no carrying on.
Confessione
di Stephen Dobyns
Il Nazista dentro di me pensa sia il momento di farsi carico.
Di tutto il disastro del mondo; la gente è pazza.
Il Nazista dentro di me vuole sbarrare le finestre,
mettere nuove serrature alle porte. C'è troppa
aria fresca, troppo andare e venire.
Il Nazista dentro di me vuole più rispetto. Vuole
un'unica telecamera, un unico conto bancario,
l'unica ragazza veramente bella. Il Nazista dentro di me
vuole essere padrone del traffico e dei semafori.
La gente guida troppo veloce; prendono troppo spazio.
Il Nazista dentro di me pensa che la gente stia diventando
impunita. Vuole essere il boss degli impuniti.
Vuole essere il boss delle banane, il boss del pane bianco.
Il Nazista dentro di me vuole uniformi per tutti.
Vuole dir loro di lavarsi le mani, sedersi dritti,
esige una rigorosa attenzione. Vuole essere certo
che dicano di sì quando dice sì, non quando dice no.
Immagina tutti dritti su sedie dritte,
la gente di tutto il mondo seduta su sedie dritte.
Siete pronti? chiede loro. Dicono di essere pronti.
Sei pronto per essere felice? chiede loro. Dicono
che sono pronti per essere felici. Il Nazista dentro di me vuole
che tutti siano felici ma non troppo felici e decisamente
non rumorosi. Non cantare, non ballare, niente indecenze.
Traduzione di Francesco Randazzo
La sensibilità di Dobyns è davvero disarmante, ahimè...
RispondiEliminain attesa che in Italia almeno qualche piccolo editore si decida a pubblicarlo come poeta, ti segnalo alcune mie traduzioni scelte qui:
http://poetarumsilva.wordpress.com/2010/01/20/stephen-dobyns-%e2%80%93-a-tutto-volume/
oppure qui:
http://gcatalano.blogspot.com/2010/01/stephen-dobyns-tutto-volume.html
Un caro saluto,
Giovanni